
Gaza – MEMO. L’ufficio stampa governativo di Gaza ha riferito che l’80 percento dei palestinesi nella Striscia di Gaza non ha un accesso regolare al cibo, confermando che l’enclave sta vivendo una carestia. Nel frattempo, il comune di Gaza ha avvertito del pericolo di interrompere le forniture di energia, carburante e acqua a causa della continua chiusura dei valichi di frontiera da parte dell’esercito israeliano.
L’ufficio stampa ha confermato domenica che la Striscia di Gaza sta soffrendo di una carenza di tutto 15 giorni dopo che l’ingresso degli aiuti è stato interrotto. L’ufficio ha chiesto ai mediatori di agire per fermare la punizione collettiva illegale dell’occupazione israeliana di oltre due milioni di persone.
All’inizio di marzo, l’esercito israeliano ha chiuso tutti i valichi che portano a Gaza per impedire l’ingresso di aiuti umanitari, dopo aver violato l’accordo di cessate il fuoco nella Striscia, tra l’indifferenza statunitense ed il silenzio internazionale.
Il regime di occupazione, che ignora totalmente i suoi obblighi di potenza occupante, ha anche bloccato l’ingresso delle fonti di energia e del carburante necessari per gestire servizi e strutture essenziali e ha minacciato che la compagnia idrica Mekorot smetterà di pompare acqua. Il comune ha sottolineato che la continuazione di tali misure arbitrarie minaccia di esacerbare la situazione e interrompere la vita e le forniture idriche in città.
In una dichiarazione rilasciata domenica, il comune ha sottolineato che l’interruzione delle forniture energetiche minaccia di paralizzare il funzionamento delle strutture idriche e igienico-sanitarie e di altri servizi, peggiorando così il disastro umanitario e sanitario che la città sta vivendo a causa delle azioni e dell’aggressione dell’occupazione.
Il comune di Gaza ha aggiunto che la minaccia del regime di occupazione di bloccare la conduttura idrica Mekorot, che attualmente rifornisce la città di circa il 70 percento del suo fabbisogno giornaliero, predispone una crisi ancora peggiore. Ha invitato le organizzazioni internazionali a intervenire e a fare pressione sul regime.