Gerusalemme-PIC. Mercoledì, a Surik, Gerusalemme, le forze israeliane hanno demolito la casa di famiglia di Namer al-Jamal, attivista palestinese ucciso a settembre a seguito di un attacco anti-occupazione.
Truppe dell’esercito israeliano e pattuglie della polizia hanno invaso Beit Surik all’alba e hanno fatto irruzione nella casa di famiglia di al-Jamal, hanno costretto tutti gli abitanti a uscire e poi hanno trasformato l’edificio in un cumulo di detriti.
Fonti locali hanno spiegato che le forze israeliane hanno piazzato ordigni esplosivi nella casa di tre piani e l’hanno fatta detonare. L’esplosione ha causato un notevole danno materiale alle case palestinesi vicine.
La settimana scorsa, le forze israeliane avevano consegnato una notifica di demolizione alla famiglia, ordinando che evacuasse la casa.
I Jamal si erano rifiutati di accettare la lettera di demolizione, tuttavia, le forze israeliane avevano circondato la casa e terrorizzato i membri della famiglia, costringendoli a prendere la notifica.
Al-Jamal, 37 anni, eseguì un attacco anti-occupazione all’ingresso dell’insediamento illegale di Har Adar, nei pressi di Gerusalemme, il 27 settembre. Morirono tre soldati israeliani e un altro rimase ferito.
Le forze israeliane, scortate da un bulldozer, hanno demolito una casa a due piani in costruzione e con un’area di 350 metri quadrati, nella cittadina di al-Issawiya, nella Gerusalemme Est occupata.
Ibrahim Salama, il proprietario, ha dichiarato a PIC che le forze israeliane gli hanno impedito di raggiungere il suo avvocato per fare appello contro la demolizione.
Nei mesi scorsi Salama era riuscito a ottenere un ordine giudiziario in base al quale la demolizione della sua casa non doveva essere eseguita.