La chiusura del valico di Rafah priva 1200 palestinesi di assistenza medica

Gaza-PIC. Ashraf Al Qidrah, portavoce del ministero palestinese della Sanità a Gaza, ha rivelato che la chiusura della frontiera di Rafah impedisce a 1200 palestinesi malati di viaggiare all’estero per curarsi.

Al Qidrah ha avvertito che il deterioramento dello stato di salute dei pazienti potrebbe portare alla morte di alcuni casi critici. E ha aggiunto che 18 mila persone malate della Striscia di Gaza attraversano il valico di Rafah, ogni anno, per cure mediche in Egitto o in altri Paesi arabi, ma attualmente soltanto 2400 malati hanno potuto mettersi in viaggio.

Il valico di Rafah è stato chiuso per 135 giorni dall’inizio dell’anno ed è stato parzialmente aperto soltanto per 5 giorni. L’anno scorso, è stato chiuso per 241 giorni dopo il colpo di stato del 2013 contro l’ex presidente egiziano Mohammad Mursi.

Al-Qidrah ha chiesto alle autorità egiziane di aprire il valico di Rafah, al fine di salvare la vita dei malati. Ha aggiunto che decine di abitanti malati  di Gaza sono morti durante l’assedio e la chiusura dei valichi a causa della mancanza di cure. L’ultimo caso è quello di Mohammad Madi.

“Le pericolose conseguenze della chiusura non sono limitate al divieto di viaggio, ma anche al divieto di far entrare grandi quantità di farmaci (il 30% dei medicinali necessari alla popolazione di Gaza)”.

Questa chiusura priva anche i pazienti dei servizi sanitari offerti dalle delegazioni di solidarietà, che in passato hanno eseguito interventi chirurgici importanti. Il blocco ha infatti anche fermato l’entrata de convogli di soccorso, compreso il personale medico, le attrezzature e i kit sanitari che hanno sostenuto per anni la popolazione assediata.

Traduzione di Nadia El Mansouri