La città di Furush Beit Dajan in pericolo di cancellazione

Nablus – PIC. La vita nella città di Furush Beit Dajan, situata nella valle centrale del Giordano e a nord-est di Nablus, sta gradualmente svanendo da molti decenni a causa della negligenza da parte dell’Autorità palestinese e delle pratiche repressive ed espulsive di Israele.

Le recenti forti piogge nei territori palestinesi occupati hanno rivelato delle infrastrutture e dei servizi pubblici estremamente poveri a Furush Beit Dajan, soprattutto per quanto riguarda le strade, la rete elettrica e il servizio sanitario.

Il capo della città Tawfiq al-Hajj Mohamed ha espresso preoccupazione per il calo del numero dei residenti, dovuto in particolare alla demolizione e alle politiche di conquista territoriale da parte di Israele.

“Negli anni a venire questa comunità potrebbe non esistere più. Aveva una popolazione di 7.000 persone nel 1966 e adesso ce ne sono solo 1.200. Avrebbero dovuto essere più di 20.000”, ha dichiarato al-Hajj Mohamed.

Ha accusato l’occupazione israeliana di costringere i residenti a lasciare le loro case e le loro terre attraverso la demolizione, l’appropriazione delle loro proprietà e l’annessione delle risorse idriche agli insediamenti nella Valle del Giordano.

L’83% della terra (circa 10.000 dunum) nella città di Furush Beit Dajan è stata conquistata da Israele, mentre i residenti vivono adesso su 3.000 dunum di terra circondati da tre insediamenti, ha detto il capo della città.

Ha anche accusato l’Autorità Palestinese di aver trascurato la città e di averla resa amministrativamente collegata a diverse province.

Da parte sua, Azem al-Hajj Mohamed, coordinatore delle commissioni per i sussidi all’agricoltura nella città e nella Valle del Giordano, ha affermato che l’Autorità Palestinese ha rinnegato i suoi impegni diverse volte per sostenere la fermezza dei residenti locali, inclusa la promessa di risarcire gli agricoltori per le perdite subite negli ultimi anni a seguito di ondate di gelo e inondazioni.

Ha anche detto che il ministero della Sanità dell’ANP aveva chiuso la clinica della città con il pretesto che non c’erano abbastanza pazienti che vi si recavano, sebbene la struttura fosse stata costruita dai residenti.

Traduzione di Daniela Caruso