La Coca Cola “ha donato migliaia di dollari” a un gruppo sionista estremista

479Alaraby.co.uk. La Coca Cola ha fatto infuriare gli attivisti quando è venuto fuori che aveva mandato migliaia di dollari a un gruppo israeliano estremista pro-insediamenti che ha descritto la Nakba come una “sciocchezza” e ha lanciato controverse campagne diffamatorie contro la sinistra ebraica critica verso la politica israeliana.

Un documento dell’Autorità delle corporazioni israeliane ha rivelato che la franchise della Coca Cola, la Central Bottling Company, ha donato 13.850 dollari al gruppo “fascista” Im Tirtzu nel 2015.

Il direttore di Im Tirtzu Matan Peleg ha persino presentato una richiesta all’Autorità delle corporazioni israeliane per mantenere segreta la cospicua donazione, ma è stata respinta, in quanto la Central Bottling Company non ha mandato una lettera spiegando le ragioni della riservatezza.

 

La Coca Cola di nuovo sotto i riflettori

 

Il movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) ha reso una priorità il boicottaggio della Coca Cola, in quanto le fabbriche della sua filiale israeliana hanno sede negli insediamenti illegali costruiti su terre palestinesi.

La Central Bottling Company opera negli insediamenti di Atarot e Shadmot Mehola, infrangendo la legge internazionale.

Nel 2009 la compagnia aveva inoltre ospitato un ricevimento ufficiale nei quartieri della Coca Cola in onore del Brigadiere generale Ben-Eliezer. Sotto la presidenza di Ariel Sharon, Ben-Eliezer era stato ministro della Difesa e nel 2002 aveva diretto un’invasione del campo profughi di Jenin in cui erano morti centinaia di palestinesi.

 

La negazione della Nakba

 

Una delle più famose e controverse campagne di Im Tirtzu era volta a negare l’esistenza della Nakba [Catastrofe], l’espulsione avvenuta nel 1948 di oltre 700mila palestinesi durante la violenta nascita dello stato di Israele sulla Palestina storica.

Nel 2011 Im Tirtzu aveva pubblicato un pamphlet intitolato “Nakba Nonsense”, definendo la tragedia del ’48 come qualcosa che “è diventato così falso e distorto che non c’è altro modo per descriverlo se non chiamandolo con il suo nome: immondizia – una raccolta di storie e miti”.

Il gruppo aveva anche tentato di diffamare numerosi attivisti ebrei pro-Palestina, accusandoli di essere stati “innestati” da gruppi anti-israeliani per scopi di propaganda e spionaggio.

Traduzione di F.G.