La Corte Penale Internazionale apre un’indagine probatoria per i possibili crimini di guerra israeliani contro la popolazione palestinese

unrwa-school-attacked-by-israel.jpg_1718483346Telesurtv.netLa Corte Penale Internazionale ha avviato la prima fase della procedura per stabilire se Israele abbia effettivamente commesso crimini di guerra in Palestina.

Venerdì, la Corte Penale Internazionale ha annunciato l’avvio di un esame preliminare per possibili crimini di guerra commessi nei Territori Palestinesi.

Marjorie Cohn, Docente di Diritti Umani presso la Thomas Jefferson School of Law, si è così espressa ai microfoni di teleSUR, in merito al valore di questa iniziativa: “La lotta per il riconoscimento della responsabilità compie un passo fondamentale. L’avvio di un’indagine, la presentazione di accuse ed eventuali condanne, scoraggerebbero Israele dal compiere simili crimini in futuro”.

L’ufficio del Procuratore della Corte Penale Internazionale, Fatou Bensouda, nel ribadire la differenza tra un’analisi preliminare e una inchiesta vera e propria, ha però ricordato che questa costituisce il primo passo, indispensabile per l’eventuale apertura di un’indagine vera e propria, in futuro.

L’inchiesta preliminare prenderà in esame i presunti crimini commessi nei Territori Palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, a partire dal 13 giugno 2014.

Analizzerà l’attacco di cinquanta giorni, sferrato da Israele su Gaza la scorsa estate, che Tel Aviv ha definito con il nome di “Protective Edge”. L’offensiva militare ha ucciso oltre 2.100 palestinesi, di cui più della metà erano civili, 495 bambini e 253 donne, secondo fonti delle Nazioni Unite.

La scorsa settimana, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha confermato che la Palestina diventerà membro ufficiale della Corte il primo di aprile.

“Il caso è nelle mani della Corte adesso”, ha dichiarato Nabil Abuznaid, a capo della delegazione palestinese all’Aja, sede della Corte Penale Internazionale. “Ormai si è scelta la via giudiziaria, abbiamo fiducia nella Corte”.

Francis Boyle, Professore di Diritto dell’Università Illinois Urbana Champaign, ha dichiarato a teleSUR che “da parte dei Palestinesi, è stato molto coraggioso reagire e prendere questa iniziativa”.

Ma a differenza di Abuznaid, non si è detto fiducioso sulla possibilità di ottenere giustizia per i Palestinesi “massacrati” dall’offensiva militare israeliana della scorsa estate. A suo avviso, la Corte Penale Internazionale segue per lo più un’agenda politica, imposta dagli Stati Uniti e dall’Occidente.

Lo stesso rilievo viene mosso da Marjorie Cohn, curatrice del libro “Gli Stati Uniti e la tortura: interrogatori, incarcerazioni e abusi”.

Relativamente alla possibilità di un procedimento ufficiale, si è così espressa: “Gli Stati Uniti e Israele eserciteranno una tremenda pressione politica per evitarlo. Spetterà a Bensouda agire come attore indipendente e rispettare lo statuto”.

Il ministro degli Esteri Palestinesi Riad Malki ha espresso soddisfazione e ha dichiarato che l’Autorità Nazionale Palestinese è pronta a collaborare, mentre Israele ha reagito duramente.

Il Gabinetto del primo ministro Netanyahu fa sapere che “Israele rifiuta categoricamente le dichiarazioni rilasciate dalla Corte Penale Internazionale”.

Il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman ha definito la decisione “scandalosa”, dichiarando che sarebbe necessaria un’azione internazionale per destituire la Corte. 

La ICC, organismo indipendente dalle Nazioni Unite, è stata creata affinché coloro che si macchiano di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra non restino più impuniti.

Traduzione di Romana Rubeo