La Corte suprema israeliana si pronuncia contro lo sfratto di famiglia gerosolimitana dopo battaglia legale di 32 anni

Gerusalemme/al-Quds – MEMO. La Corte Suprema israeliana si è pronunciata lunedì contro lo sfratto della famiglia palestinese Samreen dal quartiere di Silwan, a Gerusalemme Est, ponendo fine ad una battaglia legale durata 32 anni.

La causa è stata intentata dal Fondo nazionale ebraico (JNF), sostenuto dalla Fondazione City of David, nota anche come Elad. La casa in cui vivono 18 membri della famiglia Samreen si trova nel sito archeologico della Città di Davide, gestito da Elad.

Nella sentenza, la commissione di tre giudici ha criticato il modo in cui lo Stato israeliano ha gestito il caso negli ultimi 32 anni e ha riconosciuto la proprietà della casa alla famiglia Samreen.

La battaglia legale sulla proprietà della casa iniziò 32 anni fa, quando, nel 1991, il Fondo Nazionale Ebraico, attraverso la sua società controllata Himenota, presentò la prima petizione per sfrattare la famiglia con il pretesto che Musa, il patriarca dei Samreen, era un “assente”, e aveva dichiarato la casa “proprietà degli assenti” ai sensi della omonima Legge.

La legge sulla proprietà degli assenti, entrata in vigore negli anni ’50, è il mezzo legale con cui Israele ha sequestrato e trasferito allo Stato di Israele migliaia di proprietà appartenenti a palestinesi costretti a fuggire o deportati durante la guerra del 1948.

A seguito della causa intentata nel 1991, la famiglia Samreen vinse il processo, con una sentenza della corte inferiore che stabilì che non erano residenti assenti. Tuttavia, nel 2017, il JNF ha presentato e ha vinto un’altra istanza alla Corte Magistrale di Gerusalemme, che ha respinto il ricorso presentato dalla famiglia Samreen nel 2020, lasciando loro solo la Corte Suprema a cui rivolgersi.

Commentando la sentenza di lunedì, l’avvocato della famiglia, Muhammad Dahla, ha affermato che il cosiddetto tutore della proprietà aveva falsificato i documenti per dichiarare la proprietà come assente, anche se il proprietario palestinese viveva ed era poi morto a Gerusalemme.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.