La costituzione egiziana modificata è perfetta per i dittatori

Crescent. Di Ayman AhmedI criminali che hanno governato l’Egitto per decenni stanno riscrivendo una nuova costituzione per fornire un pretesto di legittimità al loro regime illegale. Nel frattempo la popolazione viene privata dei diritti fondamentali.

Così come la democrazia, anche le costituzioni sono strumenti utili nelle mani dei dittatori. Semplificano la legittimazione della presa illegale del potere e conferiscono un’aurea di rispettabilità; almeno, questo è ciò che pensano i dittatori. I parassiti del regime che beneficiano nell’appoggiare qualsiasi farsa del regime, come avviene attualmente in Egitto, sono pronti ad acconsentire alle richieste del dittatore, per quanto ridicole.

Una “nuova costituzione modificata” redatta da un comitato di 50 membri sarà votata in un referendum il 14 e il 15 gennaio, secondo il presidente ad interim Adly Mansour insediato dalle forze armate. In una trasmissione televisiva del 14 dicembre 2013, il presidente ha esortato gli egiziani ad andare a votare in gran numero (di certo non poteva dire di votare in piccolo numeri!) per approvare la “nuova” costituzione. Questa è la terza costituzione per gli egiziani negli ultimi tre anni. Non male per un Paese che non ha mai avuto elezioni libere e democratiche nella sua storia fin dai tempi dei Faraoni.

Mansour è stato cauto nelle sue affermazioni relative alla costituzione, evitando proclami eccessivi. Al contrario, l’ha definita un “buon inizio su cui costruire le istituzioni di uno stato moderno e democratico”. Quasi istantaneamente, enormi manifesti sono comparsi ai principali incroci per spingere gli egiziani a partecipare.

La precedente costituzione, redatta e approvata nel mese di dicembre 2012 durante il mandato del deposto presidente Mohamed Mursi, è stata modificata fino a rovinarne lo spirito. I laicisti e i candidati che hanno perso le elezioni presidenziali hanno boicottato l’assemblea che l’ha redatta durante la presidenza di Mursi. Questo fatto è stato usato come pretesto per respingere il voto di approvazione del 64% nel referendum costituzionale. La nuova assemblea designata dalle forze armate è dominata dai laicisti; il Freedom and Justice Party (FJP), supportato da Ikhwan, è stato lasciato fuori dall’assemblea. Non c’è da stupirsi se il FJP ha richiesto di boicottarla e ha insistito affinché si ottenesse il 75% per approvarla, non avrebbe accettato la sua validità, secondo al-Ahram, portavoce del governo (18 dicembre). “Il Freedom and Justice Party chiede al popolo libero egiziano di boicottare questo cosiddetto referendum. Questa carta senza valore è stata redatta da una minoranza ed è concepita per dare l’immunità ad assassini che hanno condotto un colpo di stato che ha rappresentato un insulto alla dignità e al volere degli egiziani”, ha affermato in una dichiarazione del 18 dicembre.

“Il colpo di stato militare ha inquinato la costituzione legittima approvata da una maggioranza di due terzi e ha creato un abominio al suo posto”, segue le dichiarazione di FJP. “Sta portando il popolo a votare di sì in circostanze eccezionali, facendolo rinunciare ai propri diritti e a quelli delle generazioni future”. Il partito appoggiato da Ikhwan ha inoltre affermato che continuerà la sua “scalata rivoluzionaria pacifica contro il colpo di stato militare”.

Occhio per occhio, Mansour ha fatto appello a coloro che si sono opposti alla “mappa stradale” impostata il 3 luglio dal capo militare, generale Abdel Fattah al-Sisi, di “rinunciare alla loro testardaggine”, di smettere di “seguire il miraggio [del ritorno al potere di Mursi]” e di “unirsi alla nazione”. Cosa o chi esattamente costituisce la “nazione”: le bestie delle forze armate che hanno deposto il primo presidente eletto nella storia egiziana, uccidendo in seguito migliaia di innocenti che protestavano pacificamente nelle strade, o il FJP?

Tuttavia, persino una costituzione redatta sotto l’occhio vigile delle forze armate non viene totalmente accettata dai circoli laicisti. I laicisti vogliono escludere qualsiasi ruolo dell’Islam nella società a schiacciante maggioranza musulmana. Vogliono includere un articolo specifico che garantisca uno “stato civile”. Questa clausola è stata aggiunta nel preambolo, ma è stata definita “regola civile”, modificata in seguito in “governo civile”. Si è inoltre vociferato di modifiche alla bozza approvata. Il regime ha dovuto schierare Amr Moussa, ex ministro degli Affari esteri durante il governo del dittatore deposto Hosni Mubarak ed ex segretario generale della Lega Araba, affinché negasse le voci. Moussa è emerso come portavoce non ufficiale del regime appoggiato dalle forze armate a causa della sua lunga esperienza.

La bozza costituzionale presenta anche altri difetti. L’articolo 219 che rese la Shari‘ah parte integrante della costituzione del 2012 è stata lasciata da parte. Scomparso anche l’articolo 76 che consentiva all’organo della Shari‘ah accesso al codice penale. In altre parole, la schiacciante maggioranza musulmana non avrà leggi islamiche nella propria costituzione. Le forze armate un’istituzione profondamente laicista e l’élite laicista egiziana sono allergici all’Islam.

Quello che non è cambiato è il ruolo delle forze armate. È stato infatti rafforzato fornendo loro il potere di veto sulla designazione del capo delle forze armate (nessuno deve dimenticare chi è il capo) e il ministro della difesa per otto anni. L’incorporazione di così ampi poteri per le forze armate che controllano gran parte dell’economia nazionale anche nella costituzione indica i veri mediatori del potere nella società. Sarebbe stato più onesto affermare che si tratta di una costituzione delle forze armate, per le forze armate, fatta dalla forze armate e che il popolo farebbe meglio ad abituarcisi. Perché far fare al popolo un compitino da cui il partito di maggioranza Ikhwan è bandito e i cui leader sono rinchiusi in prigione con accusa di tradimento e omicidio?

È eloquente come il giorno dopo che il presidente deposto Mursi venne accusato di omicidio (il 18 dicembre), una corte del Cairo respinse tutte le accuse di corruzione mosse contro i due figli di Mubarak, Alaa e Gamal, e l’ex primo ministro Ahmed Shafiq. I tre erano stati accusati di appropriazione indebita di fondi pubblici nella Pilots’ Association for Land Development.

Shafiq si dimise come capo delle forze aeree e in seguito ha operato come ministro dell’Aviazione sotto il regime di Mubarak negli anni Novanta. Ha gestito il progetto di sviluppo nel 1992 ed è risaputo che si è appropriato di 40.000 metri quadrati di terreni appartenenti a impianti di itticoltura. I terreni sono stati illegalmente assegnati all’associazione prima di essere rivenduti ai figli di Mubarak a prezzi stracciati. Anche altri due ex comandanti delle forze aeree, Nabil Shoukry e Mohammed Reda, sono stati assolti dalla stesa corte. Nonostante l’assoluzione del tribunale penale, Shafiq e i figli di Mubarak devono difendersi da altre accuse di corruzione nell’Egitto dominato dalle forze armate; probabilmente anche queste accuse saranno respinte.

Mentre criminali sono stati rilasciati, innocenti con un mandato popolare stanno marcendo in prigione. Nello stesso momento, l’associazione criminale sta per darsi una costituzione per continuare il regime militare a tempo indeterminato. Il popolo egiziano merita di meglio.

Traduzione di Laura Delia