
L’Aja – Press TV. La Corte Penale Internazionale (CPI) avrebbe imposto restrizioni al suo procuratore capo, Karim Khan, in seguito alle notizie secondo cui starebbe richiedendo ulteriori mandati di arresto contro funzionari israeliani per l’aggressione sfrenata del regime occupante contro i palestinesi nella Striscia di Gaza assediata.
Il quotidiano britannico The Guardian ha dichiarato lunedì in un articolo che a Khan “è stato impedito di rendere pubbliche nuove richieste di mandato di arresto nel caso palestinese presentato dalla Corte, dopo che i giudici hanno ordinato che le stesse rimangano segrete”.
Citando fonti interne alla Corte, il giornale ha affermato che l’ordine è stato “emesso a porte chiuse, questo mese” e Khan “non può più fare annunci pubblici in riferimento all’esistenza delle sue richieste di mandato di arresto o alla sua intenzione di richiederle”.
Il procuratore della CPI ha recentemente presentato o sta per presentare nuove richieste di mandato, almeno una delle quali è stata approvata o è prossima all’approvazione, secondo il Guardian.
“Il nuovo ordine giunge mentre Khan sta preparando una nuova tornata di richieste di arresto per sospettati israeliani in relazione a presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei territori palestinesi occupati”, si legge nel giornale.
L’identità dell’obiettivo del mandato viene mantenuta riservata, riflettendo una crescente frattura tra Khan e i giudici della CPI sul suo approccio, in particolare sui suoi annunci pubblici riguardanti indagini delicate.
I giudici sostengono che l’approccio di Khan, con cui annuncia pubblicamente la sua decisione di richiedere mandati di arresto, sia estraneo alla prassi di routine e metta sotto pressione i giudici che esaminano le richieste.
Khan ha già ottenuto mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex-ministro degli Affari militari Yoav Gallant per i loro crimini di genocidio a Gaza.
La sentenza, emessa lo scorso novembre, ha obbligato tutti i 125 paesi firmatari dello Statuto di Roma che istituisce la CPI a detenere e consegnare i due alla Corte penale internazionale dell’Aja.
In un comunicato stampa di giovedì, la Camera d’Appello della CPI ha annunciato di aver respinto la richiesta di Israele di annullare o sospendere i mandati d’arresto emessi nei confronti di Netanyahu e Gallant per i loro crimini contro l’umanità e crimini di guerra legati al genocidio israeliano in corso contro la popolazione di Gaza.
“Le indagini indicano che Netanyahu e Gallant supervisionano attacchi contro la popolazione civile e utilizzano la fame come metodo di guerra”, ha sottolineato la CPI.
Israele ha scatenato la sua guerra genocida contro Gaza il 7 ottobre 2023, dopo che il gruppo di resistenza Hamas ha condotto la sua storica operazione contro l’entità occupante in rappresaglia per le crescenti atrocità del regime contro il popolo palestinese.
Il regime di Tel Aviv ha finora ucciso almeno 52.314 palestinesi, per lo più donne e bambini, e ne ha feriti altri 117.792, secondo il ministero della Salute di Gaza.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.