La crisi energetica nella Striscia di Gaza peggiora con il periodo invernale

Gaza-Ma’an. Domenica 8 dicembre, un funzionario dell’ente per l’energia della Striscia di Gaza, durante una conferenza, ha espresso preoccupazione  per la fornitura di energia elettrica, che copre meno di 6 ore al giorno.

Il direttore delle pubbliche relazioni per l’ente energetico di Gaza, Jamal Dardasawi, ha avvertivo che la compagnia potrebbe fallire anche nel fornire un minimo di 6 ore al giorno di elettricità durante l’inverno, a causa della domanda crescente.

Dardasawi ha annunciato che l’energia elettrica disponibile nella Striscia è al momento al 25% delle normali necessità e si aspetta che scenda al 20%, o anche meno, a causa delle condizioni climatiche.
“Risulta impossibile per l’azienda elettrica soddisfare anche il bisogno minimo energetico per la popolazione della Striscia”, ha aggiunto.
Dardasawi ha sottolineato che la rete elettrica egiziana, che rifornisce Rafah e il sud di Khan Younis, nella Striscia meridionale, è stata disabilitata sabato, e quindi l’azienda non ha potuto rifornire diverse aree.
L’assenza di combustibili ha provocato un rallentamento, fino all’interruzione della vita a Gaza, dall’inizio di novembre. Poiché gli impianti energetici e le pompe dell’acqua vengono spente, i residenti della Striscia si vedono negato l’accesso alle necessitá primarie.
La mancanza del diesel è il risultato delle restrizioni imposte sul territorio negli ultimi 7 anni dal blocco israeliano, con l’appoggio egiziano.
Fino a luglio di quest’anno, i tunnel che collegavano Gaza con l’Egitto costituivano un’ancora di salvezza di vitale importanza durante l’opprimente blocco israeliano, attuato dal 2006, che ha limitato importazioni ed esportazioni, portando ad un rapido declino economico che ha aggravato ed ampliato la crisi umanitaria.

Malgrado ciò, nell’ultimo anno la situazione era migliorata grazie ai tunnel che avevano creato un commercio florido a seguito della Rivoluzione egiziana. Tale situazione favorevole si è protratta fino al colpo di stato contro il presidente Mursi, a luglio di quest’anno, dopo il quale l’Egitto ha estremamente rinforzato il blocco, prendendo di mira i tunnel.

Il Generale Maggiore Ahmad Ibrahim, a ottobre aveva affermato che all’incirca 800 tunnel erano stati distrutti dall’inizio dell’anno; mentre i funzionari di Rafah hanno stimato che queste operazioni hanno causato la distruzione del 95% della rete esistente di tunnel.
Inoltre, il funzionario per l’Energia della Striscia di Gaza ha rimproverato l’Egitto per aver distrutto i tunnel e per l’inasprimento del blocco economico in cooperazione con Israele.
La Striscia di Gaza è stata sottoposta ad un severo embargo dal governo Israeliano, dal 2006, che ha gravemente limitato le importazioni e le esportazioni della regione; portando in tal modo a frequenti crisi umanitarie e disagi per gli abitanti della Striscia.
Traduzione di Federico Seibusi