La delegazione della sicurezza egiziana: ‘Stiamo lavorando con impegno per risolvere al meglio la vicenda del sequestro del soldato israeliano Shalit’.

Ieri, il primo ministro Ismail Haniyah ha incontrato la delegazione della sicurezza egiziana per metterla al corrente dei dettagli dell’accordo di Mecca, della riunione con il presidente Abu Mazen e dei risultati dei colloqui con le forze e le fazioni palestinesi per la formazione del governo di unità nazionale.

Il primo ministro ha lodato le posizioni e gli sforzi degli arabi e dell’Egitto volte a sollevare l’assedio contro il popolo palestinese.

Haniyah ha inoltre dichiarato di apprezzare il lavoro degli egiziani per quanto riguarda la questione del soldato Jilad Shalit -, in mano a gruppi della resistenza palestinese dal giugno scorso -, della pacificazione nazionale, della riforma degli organi di sicurezza e dell’OLP.

 

Fascicolo Shalit

L’ufficiale Burhan Jamal Hamad, capo della delegazione di sicurezza egiziana presente nei territori palestinesi occupati, ha invitato la parti palestinesi coinvolte direttamente o indirettamente nel sequestro del soldato israeliano a fermare le dichiarazioni ai media e la fuga di notizie, avvertendo che questo tipo di situazioni producono un effetto negativo e influiscono sulle controparti durante i negoziati.

E ha spiegato che la fuga di informazioni e le dichiarazioni alla stampa non esprimono la realtà di quanto sta succedendo ma contengono errori che potranno creare ostacoli alle trattative, facendo perdere tempo a tutti.

Ha portato come esempio quello che sta succedendo in Libano, dove la stampa è attenta nel trattare la questione dei due soldati israeliani sequestrati da Hezbollah.

 

Nello stesso tempo, il capo delegazione ha ribadito l’insistenza dell’Egitto e del presidente Hosni Mubarak a realizzare uno scambio di prigionieri che sia equo e che metta fine alla questione nel migliore dei modi.

E ha aggiunto che la delegazione nei territori palestinesi sta lavorando giorno e notte per “accelerare la realizzazione dello scambio dei prigionieri tra le parti palestinese e israeliana, nell’interesse dei fratelli palestinesi, tenendo in considerazione il fatto che, per esempio, Israele prende come scusa la questione del soldato sequestrato per chiudere il valico di Rafah – decisione che danneggia molto il popolo palestinese nella Striscia di Gaza”.

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