La delegazione palestinese è pronta per votare all’Unesco

Il Cairo – Ma'an. Dal momento che l'Unesco ha inaugurato oggi la propria Conferenza generale, i funzionari palestinesi si stanno preparando ad affrontare un'intensa battaglia diplomatica.

Il 5 ottobre scorso, il Consiglio Unesco aveva deciso di far votare ai 193 Stati membri la mozione palestinese per innalzare lo status della Palestina da membro osservatore a membro a pieno titolo dell'organismo internazionale.

Il voto dovrebbe svolgersi nel corso degli incontri dell'Assemblea generale – avviate ieri a Parigi – nelle prossime due settimane.

Il segretario di Stato, Usa Hillary Clinton, ha chiesto all'Unesco di “pensarci ancora prima di procedere con quel voto”,  ammonendo: “nell'eventualità di un'ammissione della Palestina, gli Usa potrebbero tagliare i fondi all'agenzia Onu”. Gli Usa sovvenzionano l'Unesco per un 22%.

Alcuni palestinesi con un ruolo in questo processo hanno riferito all'agenzia palestinese “Ma'an” che “dopo aver comunicato la decisione di voto, il direttore generale Unesco, Irina Bokova, è volata a Washington e, di ritorno, si è detta certa che gli Usa porteranno a termine l'avvertimento di ritirare i fondi”.

Le stesse fonti hanno aggiunto che “è possibile che la Palestina ottenga i 2/3 della maggioranza richiesta per assicurarsi l'adesione, ma le consultazioni sono ancora in corso per trovare un compromesso e impedire una frattura tra gli Stati membri tale da paralizzare l'operato dell'Unesco”.

Una possibilità discussa è stata quella di garantire alla Palestina la piena adesione, ma a condizione che tale membership non entri in vigore entro sei o nove mesi dall'esito del voto. In tal modo si intende guadagnare tempo per riavviare i negoziati con Israele.

Secondo lo stesso funzionario: “Questa proposta potrebbe persuadere le nazioni europee a non opporsi alla mozione palestinese”.

Il ministro del Turismo dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Khuloud Daibes, lunedì scorso aveva difeso il diritto dei palestinesi in sede Unesco, e aveva affermato: “La questione non è se i palestinesi hanno o meno questo diritto, ma è: perché la Palestina non è diventata membro dell'organismo internazionale fino ad oggi?”

“Dopo aver ottenuto la piena membership in sede Unesco, l'Anp la utilizzerebbe per assicurare a Betlemme e alla chiesa della Natività un riconoscimento a Patrimonio dell'Umanità. Quest'anno, la candidatura era stata respinta proprio perché la Palestina non è membro Unesco a tutti gli effetti”, ha osservato Daibes.

Hisham Khimaees, residente di Betlemme, ha espressso le proprie speranze che “un esito positivo del voto Unesco possa contribuire ad aumentare gli introiti provenienti dal turismo locale.

“In quanto residente di Betlemme, per me questo vorrebbe dire promuovere lo status della mia città a livello internazionale. I turisti affluiranno a Betlemme e i suoi residenti ne vedranno i benefici”.

L'Unesco è la prima agenzia Onu alla quale i palestinesi hanno sottoposto l'istanza per la piena adesione all'Onu. Il presidente dell'Anp, Mahmoud 'Abbas, aveva presentato la mozione lo scorso 23 settembre, nonostante l'esplicita opposizione Usa.

Da Washington, infatti, si è affermato che “i negoziati con Israele sono l'unica via che i palesitnesi hanno a disposizione per fondare il proprio Stato”.

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