La denuncia del Pchr sulla tragedia dei 3 bimbi bruciati vivi a Gaza

1dbfe616-48df-4939-ba9a-15684bedd934Gaza. Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) esprime il suo profondo dolore per gli attuali tragici incidenti occorsi a causa della crisi elettrica, l’ultimo dei quali è stato una casa bruciata nel campo profughi di al-Shati che ha causato la morte di tre fratellini e gravi ustioni al quarto.

Dal 2010, il numero delle vittime che cercano fonti di energia alternativa è di 29 civili, tra cui 24 bambini.

Il PCHR esprime inoltre la sua profonda preoccupazione per il fallimento nella gestione della crisi elettrica e l’aggravarsi della carenza di elettricità che ha danneggiato i settori più vitali necessari a una vita degna per la popolazione di Gaza.

Il PCHR denuncia con forza il trascinamento del popolo palestinese in un conflitto politico. La popolazione della Striscia di Gaza ha perso molte vite alla ricerca di fonti energetiche alternative.

Il 6 maggio 2016 in un grave incidente, la casa di Mohammed Ali Mubarak al-Hindi (di 31 anni), nel  campo profughi di al-Shati a Gaza, ha preso fuoco perché una candela accesa è caduta nell’unica stanza da letto dove i suoi cinque figli dormivano. Di conseguenza, la camera da letto è andata in fiamme e tre dei suoi bambini sono bruciati vivi: Yousra (4 anni), Rahaf (2 anni ) e Naser (9 mesi), mentre il quarto figlio, Mohanned (7 anni ), ha subito gravi ustioni.

Il PCHR porge le condoglianze alla famiglia delle vittime e condanna il continuo fallimento delle parti responsabili dell’amministrazione del settore elettrico nella Striscia di Gaza nel risolvere la crisi elettrica aggravatasi negli ultimi giorni.

Secondo il PCHR le conseguenze dell’intensificazione della crisi elettrica nella Striscia di Gaza – soltanto uno dei generatori può erogare energia elettrica, per 4-6 ore al giorno, per poi interromperla per 12-14 ore invece di erogarla per 8 ore e interromperla per 8 ore.

La sofferenza dei civili palestinesi si è aggravata mentre cercano energia alternativa in considerazione del deterioramento delle loro condizioni economiche e sociali e l’aumento della disoccupazione e del tasso di di povertà.

Il PCHR chiede al governo di Unità Nazionale Palestinese di assumersi le responsabilità legali e morali nei confronti di 1,8 milioni di persone che vivono nella Striscia e che soffrono per un assedio economico e sociale soffocante. Inoltre, i residenti della Striscia hanno subito un deterioramento nei servizi sanitari e ambientali, tra cui il peggioramento delle infrastrutture idriche e delle acque reflue, così come i servizi educativi, sociali ed economici.

Il PCHR condanna con forza il completo fallimento nella gestione delle crisi elettriche e l’aggravarsi della carenza di energia che ha danneggiato i settori più vitali necessari per una vita degna della Striscia di Gaza.

Il PCHR sottolinea che la crisi elettrica è completamente politica. E’ il risultato della mancanza di un’unità palestinese e del continuo conflitto politico, nonostante la formazione di un governo di unità. Il PCHR ritiene anche l’Autorità dell’Energia a Gaza e la GEDCO completamente responsabili dell’aggravarsi della crisi. Inoltre, il PCHR chiede la costituzione di una gestione unificata del settore elettrico secondo una legge unificata per agire immediatamente e risolvere la crisi di energia elettrica nella Striscia di Gaza su basi eque e trasparenti, e ritenere responsabile anche chi dimostra insufficienti competenze.

Traduzione di Edy Meroli