Territori palestinesi occupati – MEMO. Le autorità israeliane hanno creato una politica d’Apartheid e di persecuzione contro i palestinesi, secondo quanto affermato dall’Osservatorio per i diritti umani (HRW) in un nuovo rapporto, scritto con base in anni di documentazione, studi di casi, una revisione dei documenti del governo, dichiarazioni di funzionari ed altre fonti.
Il rapporto di 213 pagine, intitolato ‘A Threshold Crossed: Israeli Authorities and the Crimes of Apartheid and Persecution‘, “esamina il modo in cui Israele tratta i palestinesi. Presenta la realtà odierna di un’unica autorità, il governo israeliano, che governa l’area tra il fiume Giordano ed il Mar Mediterraneo, popolata da due gruppi di dimensioni più o meno uguali, privilegiando metodologicamente gli ebrei israeliani mentre reprime i palestinesi, in modo più severo, nel territorio occupato”, secondo quanto affermato dal gruppo per i diritti umani.
HRW ha descritto l’Apartheid “come un crimine contro l’umanità costituito da tre elementi primari: l’intenzione di mantenere il dominio di un gruppo razziale su un altro; un contesto di oppressione sistematica da parte del gruppo dominante sul gruppo emarginato e atti disumani”.
“Questa politica serve per mantenere il dominio degli ebrei israeliani sui palestinesi in tutta Israele e nel territorio occupato. Nei territori occupati [questa politica] viene realizzata assieme all’oppressione sistematica e agli atti disumani contro i palestinesi che vivono lì”.
L’HRW ha affermato che in Israele e nei Territori occupati le autorità israeliane hanno cercato di massimizzare la terra disponibile per le comunità ebraiche e di concentrare la maggior parte dei palestinesi in densi centri abitati.
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“Per mantenere il dominio, le autorità israeliane discriminano sistematicamente i palestinesi”, spiega il rapporto. Ciò viene fatto attraverso una serie di mezzi, tra cui le leggi che consentono a centinaia di piccole cittadine ebraiche di escludere efficacemente i palestinesi ed i budget che assegnano sono solo una piccola parte delle risorse alle scuole palestinesi, rispetto alle scuole frequentante da bambini israeliani.
Nel territorio occupato, ai palestinesi viene imposto un “governo militare draconiano” mentre agli ebrei israeliani che vivono in colonie ed avamposti nello stesso territorio, sono garantiti i loro pieni diritti “in base alla legge civile israeliana […]”. Questo, aggiunge, “equivale all’oppressione sistematica che costituisce un [sistema] d’Apartheid”.
“Queste politiche, che garantiscono agli ebrei israeliani gli stessi diritti e privilegi ovunque vivano e discriminano i palestinesi a vari livelli ovunque vivano, riflettono una politica per privilegiare un popolo a scapito di un altro”, ha affermato Kenneth Roth, direttore esecutivo dell’HRW.
Altri abusi compiuti dall’occupazione e che sono stati descritti nel rapporto includono l’incapacità dei palestinesi a Gaza di viaggiare dentro e fuori la Striscia di Gaza, il sequestro di più di un terzo della terra in Cisgiordania, le dure condizioni in alcune parti della Cisgiordania che hanno fatto sì che migliaia di palestinesi abbandonassero le loro case, la negazione del diritto di soggiorno a centinaia di migliaia di palestinesi e ai loro parenti, e la sospensione dei diritti civili fondamentali di milioni di palestinesi.
I cittadini palestinesi di Israele non sono esenti da abusi. Il rapporto mette in evidenza la controversa questione sullo stato nazionale, che è stata resa legge nel 2018 e che ha stabilito Israele come lo “stato nazione del popolo ebraico”. Questo, insieme ad altre politiche, ha chiarito “l’intenzione di Israele di mantenere il dominio degli ebrei israeliani”.
L’HRW ha invitato le potenze mondiali a condizionare la vendita d’armi a Israele e futuri accordi commerciali con l’occupazione la fatto che questa inizi a realizzare passi “concreti e verificabili” per porre fine a tali crimini.
La scorsa settimana, il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha avvertito che Israele è sulla strada per diventare uno stato d’Apartheid, in un discorso alla conferenza annuale di J Street, negli USA.
“L’allontanamento della soluzione a due stati porterà ad una soluzione de facto di uno stato, uno stato d’Apartheid”, ha dichiarato Abbas. “[Ciò è] qualcosa che né noi né il mondo intero accetteremo. Una soluzione ad uno stato perpetuerebbe solo il conflitto”.
Questa dichiarazione arriva mesi dopo che il gruppo per i diritti umani B’Tselem ha descritto Israele come uno stato di “Apartheid” che “promuove e perpetua la supremazia ebraica tra il Mar Mediterraneo ed il fiume Giordano”.
Nel 2017, il capo della Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l’Asia occidentale (ESCWA), Rima Khalaf, fu costretta a dimettersi dopo “pressioni”del segretario generale per ritirare un rapporto che accusava Israele di imporre un “regime d’Apartheid” ai palestinesi.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.