La detenzione amministrativa: un oltraggio all’umanità e una deformazione della giustizia

downloadRamallah – Pal.info“Quando tutti i valori umani dei quali si vantano le organizzazioni internazionali svaniscono davanti all’occupazione, crimini e umiliazioni si propagano senza controllo”: è la realtà che i prigionieri amministrativi conoscono bene e che tentano di cambiare.
La detenzione amministrativa è una procedura alla quale le forze di occupazione sioniste ricorrono per arrestare i civili palestinesi senza prove né sentenze. Ciò impedisce ai detenuti e ai loro avvocati di conoscere i motivi della detenzione, e produce una difesa non articolata, inefficace e ininfluente.
L’associazione per i diritti dei Prigionieri, Addamir, ha dichiarato nel suo rapporto che la detenzione amministrativa, nelle modalità utilizzate da Israele, è illegale e arbitraria. E secondo il diritto internazionale essa “ha basi legali solo nel momento in cui un pericolo reale si presenta, minacciando la sicurezza nazionale del Paese”. Per questo, tali misure non possono essere senza limiti o di lunga durata.
Le cifre della detenzione amministrativa
Dall’inizio della seconda Intifada palestinese, nel 2000, il numero di arresti amministrativi è aumentato. Prima di questa data, vi erano soltanto 12 detenuti amministrativi. All’inizio del mese di marzo nel 2003, i detenuti amministrativi raggiunsero il migliaio. Inoltre, tra il 2003 e il 2012, le forze di occupazione divulgarono 19.647 ordini di arresto amministrativo.
Nell’aprile 2014, il numero di detenuti amministrativi è arrivato a 189, di cui 9 deputati del Consiglio legislativo palestinese. La maggior parte è detenuta nelle carceri di Ofer, Neghev e Megiddo.
Gli arresti e la democrazia palestinese
Nel 2006, le forze di occupazione sioniste usarono la detenzione amministrativa come pretesto contro i deputati palestinesi e, soprattutto, contro quelli appartenenti alla lista del Cambiamento e Riforma, partito del movimento di Hamas. Nel 2009, un terzo dei deputati era detenuto amministrativamente. Oggi, ancora 11 deputati sono rinchiusi nelle prigioni dell’occupazione.
Gli “amministrativi” sono esposti a un cattivo trattamento e a pesanti punizioni, come la negligenza nelle cure mediche, le restrizioni nelle visite degli avvocati, l’interdizione di visite di familiari e l’esposizione a torture fisiche e mentali.
Le visite familiari
I prigionieri amministrativi ricevono un numero molto limitato – se non inesistente – di visite familiari. Le forze di occupazione impediscono le visite per illusorie ragioni di sicurezza.
La situazione è ancora più difficile, secondo Addamir, per i prigionieri detenuti nelle prigioni dei territori palestinesi occupati dal 1948. Ciò va contro la IV Convenzione di Ginevra, il cui art. 76 sottolinea l’impossibilità di trasferire i prigionieri nei territori occupati visto che questo renderebbe più difficili le visite dei familiari a causa delle restrizioni negli spostamenti imposte dall’occupazione. Inoltre i familiari dei detenuti non possono assistere i loro cari durante i processi, perché le udienze, nei casi di detenzioni amministrative, restano segrete. Solo il prigioniero e il suo avvocato vi possono assistere.
La tortura
Il tribunale militare sionista riconosce che la maggior parte delle confessioni sono estorte sotto tortura. Dal 1967, i prigionieri deceduti in carcere sono 205. 71 sono morti in seguito a tortura. Secondo la procedura, è possibile arrestare un prigioniero per 60 giorni al fine di interrogarlo senza che egli possa incontrare il proprio avvocato; ciò rende impossibile la verifica di un eventuale ricorso alla tortura durante l’interrogatorio. E questa è considerata una violazione del diritto internazionale.
Traduzione di Chiara Parisi