
Washington – Quds News. Una coalizione di rinomati accademici, attivisti e artisti ha firmato una lettera aperta che chiede di porre fine agli attacchi dell’amministrazione Trump contro gli immigrati e gli studenti attivisti.
Tra i firmatari figurano importanti studiosi come Judith Butler, Robin D.G. Kelley, Gerald Horne, Charisse Burden-Stelly e Roxanne Dunbar-Ortiz. La lettera comprende anche artisti di spicco come l’attrice Susan Sarandon, Alana Hadid, la pittrice palestinese-statunitense Samia Halaby e la cantante Lauren Jauregui. Si sono uniti all’appello anche leader sindacali, tra cui Brandon Mancilla, direttore della Regione 9A degli United Auto Workers, e Carl Rosen, presidente generale degli United Electrical Radio and Machine Workers.
La lettera condanna le recenti azioni dell’amministrazione, che prendono di mira studenti e attivisti immigrati. “Noi, firmatari, condanniamo i feroci attacchi contro la libertà di parola e la presa di mira degli studenti immigrati”, si legge nella lettera. La lettera sottolinea inoltre i pericoli più ampi che queste azioni comportano per i diritti democratici. “Nel corso della storia, la repressione dei movimenti studenteschi è sempre stata foriera di un più ampio attacco ai diritti democratici e civili di base per il resto della nazione”, si legge.
La coalizione ha organizzato numerose manifestazioni per protestare contro le azioni del governo. A Manhattan, migliaia di persone si sono riunite per chiedere il rilascio dell’attivista Mahmoud Khalil, detenuto dal Dipartimento di Sicurezza Nazionale. Manifestazioni simili si sono svolte a Washington e in altre città del Paese.
Il gruppo si sta preparando per altre manifestazioni. Anche la coalizione Shut It Down for Palestine, che organizza proteste per i diritti dei palestinesi, ha indetto una manifestazione davanti al tribunale di New York dove è in corso l’udienza del caso di Khalil.
Mahmoud Khalil è stato rapito l’8 marzo negli alloggi della Columbia University da agenti del DHS in borghese. La moglie incinta sarebbe stata minacciata durante l’arresto. Il DHS lo ha trasferito a oltre duemila km di distanza, in una struttura dell’ICE in Louisiana, rifiutandosi inizialmente di rivelare la sua posizione.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.