La distruzione dei tunnel mette in pericolo la sussistenza di Gaza

piombo_fusoGaza – Pal.info. Gli abitanti della Striscia di Gaza sono accerchiati, imprigionati nel loro proprio territorio a causa di un blocco ingiusto che viene loro imposto da anni da parte degli occupanti sionisti.

Per “respirare un po’”, e avere delle merci di scambio per la loro sopravvivenza, per quanto ridotte, non hanno avuto altra scelta che di scavare dei tunnel tra la città palestinese di Rafah e l’omonima città egiziana. Ma l’attuale regime militare egiziano ha appena distrutto anche questi cunicoli. Tutta la Striscia di Gaza ne soffre, comprese le associazioni di beneficienza responsabili di dozzine di progetti per venire in aiuto alle persone ridotte in miseria.

Queste associazioni attirano l’attenzione sulle disastrose conseguenze della distruzione di questi tunnel e della chiusura dei punti di passaggio. Secondo loro, ora tutti i movimenti di solidarietà saranno messi in pericolo.

Un colpo d’arresto fatale
Il rinforzamento del blocco ha dato un vero e proprio colpo d’arresto ale azioni di tutte le associazioni di beneficienza.
A titolo d’esempio, i lavori di riparazione di abitazioni povere ha subito un arresto, conferma Ahmed Al-Kurd, responsabile del dossier riguardante le associazioni di beneficienza della Striscia di Gaza. E’ infatti impossibile svolgere questo lavoro senza materiali da costruzione.

I servizi di tutte queste associazioni si vedono costrette a ridurre gli orari d’apertura e i loro aiuti a un terzo della popolazione della Striscia di Gaza: circa 100 famiglie, tra cui le più bisognose d’aiuto, sottolinea al-Kurd.
Inoltre, la chiusura dei tunnel è un atto disumano, soprattutto perché non è stata rimpiazzata da qualche altra cosa che permetta a queste associazioni di continuare le loro azioni, soprattutto di natura sanitaria ed educativa, e i trasporti degli scolari e dei funzionari.

L’associazione Al-Salah, della città di Deir Al-Balah, ad esempio, adotta 3500 famiglie povere e 35 mila orfani. Dirige anche alcune scuole, un ospedale, tre centrali d’acqua e quattro centri sanitari; oggi, per fare funzionare tutto questo, essa va sempre di più incontro a gravi difficoltà.Tutte le fasce più povere della società palestinese della Striscia sono state colpite da questa chiusura dei tunnel, afferma, Ahmed ar-Rawi, il segretario dell’associazione.

A peggiorare la situazione c’è la mancanza di carburante, che ha conseguenze sulla fabbricazione e la distribuzione del pane e di altri prodotti alimentari, sul trasporto dei bambini a scuola. Anche un progetto per la distribuzione di cartelle agli scolari più poveri è stato toccato negativamente, ha rimarcato lo stesso segretario.

Associazione in paralisi
Dal canto suo, l’associazione Al-Wiam, situata a nord della Striscia di Gaza, che lavora per l’adozione di circa duemila orfani e 100 famiglie in stato di necessità e va in aiuto di altre cinquemila famiglie, è paralizzata a causa della chiusura dei tunnel, afferma il suo presidente, Mohammed Abou Mari.

Inoltre, c’è un convoglio di medicine che attende l’apertura del passaggio di Rafah. Ogni ritardo rischia di deteriorarle e farle scadere; si tratta di medicinali dal valore di circa 5 milioni di dollari, sottolinea lo stesso.

Un blocco disumano
Le associazioni di beneficienza della Striscia di Gaza soffrono anche di un altro problema, quello del trasferimento di denaro, soprattutto quando le donazioni sono importanti.
Anche i visitatori solidali con le sofferenze della Striscia di Gaza, volontari che spesso danno aiuto, hanno l’accesso bloccato. Quest’anno è il peggiore dopo l’inizio del blocco, nel 2006. I progetti di costruzione già cominciati hanno subito un vero e proprio colpo d’arresto,  a causa della mancanza dei materiali da costruzione, in particolare il cemento.

Alternativa economica
Mohammed Miqdad, esperto economico, ha fatto sapere che la chiusura dei tunnel e dei punti di passaggio paralizza l’economia palestinese della Striscia di Gaza, anche se il commercio attraverso i tunnel resta una soluzione pericolosa. Bisogna passare attraverso i punti di passaggio ordinari. Ma questi punti sono attualmente chiusi e a causa di ciò, l’intera vita economica della Striscia di Gaza ne risente: i trasporti, i prodotti alimentari i cui prezzi sono diventati esorbitanti, soprattutto per i poveri. Se la situazione resterà inalterata, la vita nella Striscia di Gaza andrà verso una vera catastrofe.

Traduzione di Anna Vanosi