Gmj. La marcia mondiale per Gerusalemme si sta concentrando sulla particolare questione di Gerusalemme poiché la Città Santa incarna la terribile violenza di un’occupazione duratura.
Inoltre, la sicurezza di Gerusalemme come una città per tutta l’umanità è oggi particolarmente urgente. Negli ultimi anni gli sforzi sionisti per “ebraicizzare” la città hanno accelerato il passo nel tentativo di cancellare le caratteristiche fisiche, culturali e spirituali di Gerusalemme. Questo processo di ebraizzazione comprende l’espansione illimitata e il finanziamento d’insediamenti israeliani illegali, il continuo esproprio e la demolizione di proprietà palestinesi, e la costruzione di un Muro di Separazione che circonda la città, tutto ciò ha cambiato la demografia della Città Santa da una maggioranza palestinese ad una ebraica.
Queste politiche di apartheid sono dirette ed escludono non solo i musulmani, ma anche i cristiani. Nel corso degli ultimi vent’anni il governo ha sostenuto gruppi di fondamentalisti ebraici che hanno occupato case palestinesi sia nei quartieri musulmani sia in quelli cristiani della Città Santa. Di recente coloni ebrei hanno attaccato un monastero di Gerusalemme che era stato costruito sul luogo dove la tradizione afferma che si trovava l’albero utilizzato per fabbricare la croce di Gesù. Il monastero è stato danneggiato con dei graffiti in ebraico “morte ai cristiani”. Lo stesso giorno è stato scritto anche “morte agli arabi” sul muro di un cortile di una scuola bilingue arabo-ebraica a Gerusalemme.
Secondo il rapporto del 2011 di Richard Falk, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, “il continuo schema di espansione degli insediamenti a Gerusalemme Est in combinazione allo sfratto forzato dei palestinesi che vi abitano da molto tempo, sta creando una situazione intollerabile che può essere descritta soltanto, nel suo impatto cumulativo, come una forma di pulizia etnica”. Tuttavia le Nazioni Unite e altri corpi internazionali hanno fatto ben poco per prevenire quest’aggressione sionista. Come risposta, i palestinesi chiedono alla comunità mondiale di garantire lo status di Gerusalemme come una Città santa per l’intera umanità.
Traduzione per InfoPal a cura di Giovanni Zagami