La European Campaign to end the siege on Gaza: ‘Israele vieta l’ingresso a Gaza ai politici europei per ingannare il mondo intero’.

Bruxelles.

La European Campaign the siege on Gaza, con sede a Bruxelles, ha condannato con forza il rifiuto delle autorità israeliane alla richiesta del ministro belga allo Sviluppo economico Charles Michel di entrare nella Striscia di Gaza, definendolo un gesto di “disprezzo verso l'Unione Europea e un tentativo israeliano d’ingannare l'opinione pubblica mondiale, al fine di impedire la conoscenza di quanto è accaduto nella Striscia di Gaza a causa dell’aggressione israeliana e del continuo embargo che si protrae da quattro anni”.

Mohammad Hannoun, membro fondatore della Campagna e presidente dell'API (Associazione dei Palestinesi in Italia), ha dichiarato che “la decisione di Tel Aviv di vietare al ministro belga di visitare Gaza – poiché il suo Paese supervisiona vari progetti umanitari – richiede una risposta europea e una posizione forte, specialmente alla luce del tentativo da parte di Israele di nascondere i suoi crimini, crimini contro l’umanità, secondo la classificazione del rapporto, di quattro mesi fa, della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite”.

Secondo Hannoun la politica israeliana di vietare ai ministri e ai parlamentari – in particolare quelli provenienti dall’Unione Europea – di visitare la Striscia di Gaza “è indice della gravità dei crimini commessi e che continua a commettere contro un milione e mezzo di palestinesi sotto assedio”. Egli ha perciò chiesto una risposta belga ed europea “all’umiliazione del ministro, al quale viene impedita la libertà di movimento, oltre al fatto che viene a mancare il rispetto del diritto internazionale e umanitario”.

Egli ha poi sottolineato che il divieto opposto al ministro belga giunge “contemporaneamente alla relazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che rivela il grave deterioramento delle condizioni di vita e sanitarie della popolazione di Gaza, a partire dalla recente guerra israeliana contro la Striscia di Gaza assediata”.

Hannoun ha affermato inoltre: “Questo rapporto è uno stimolo per i funzionari europei affinché visitino Gaza e ne conoscano le condizioni, che hanno ormai raggiunto limiti inimmaginabili”.

Il membro della Campagna Europea contro l’embargo ha poi espresso la sua sorpresa per la decisione dell'Unione Europea concernente il blocco dei finanziamenti per il carburante che alimenta la principale Centrale elettrica nella Striscia di Gaza e che rischia di farla bloccare, il che significherebbe mettere la vita di centinaia di malati in pericolo, condannandoli ad una morte di massa”.

Egli ha inoltre osservato: “Le politiche applicate da Tel Aviv verso l'Unione Europea in generale, e i suoi ministri e parlamentari in particolare, impongono pressioni sugli occupanti allo scopo di porre fine all'assedio della Striscia di Gaza, piuttosto che stritolarla  ancora di più”.

Hannoun ha infine detto che Israele, con il suo divieto opposto al ministro belga e, prima di lui, ad altri ministri, parlamentari e personalità di alto livello, “s'illude di nascondere i suoi crimini commessi a Gaza”, perciò è sempre più necessario “un movimento internazionale organizzato e attivo contro queste pratiche israeliane”.

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