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Gerusalemme/al-Quds – MEMO. La famiglia della giornalista palestinese Shireen Abu Aqleh ha respinto un rapporto dell’esercito israeliano sulla sua uccisione. Abu Aqleh è stata uccisa l’11 maggio mentre seguiva un’incursione delle truppe israeliane nel campo profughi di Jenin.
“Il governo e l’esercito israeliani hanno rilasciato una dichiarazione che cercava di oscurare la verità ed evitare la responsabilità per l’uccisione di Shireen Abu Aqleh, nostra zia, sorella, migliore amica, giornalista e palestinese statunitense”, ha detto la famiglia in una lettera aperta. “Sappiamo da oltre 4 mesi che un soldato israeliano ha sparato a Shireen, uccidendola, secondo quanto concluso da tutti, durante le innumerevoli indagini condotte da CNN, Associated Press, New York Times, Al-Jazeera, Al-Haq, B’tselem, Nazioni Unite e altri. Eppure, come previsto, Israele ha rifiutato di assumersi la responsabilità per l’omicidio di Shireen”.
La famiglia Abu Aqleh ha affermato di non essere sorpresa da questo risultato, poiché è “ovvio a chiunque che i criminali di guerra israeliani” non possano indagare sui propri crimini.
“Tuttavia, rimaniamo profondamente feriti, frustrati e delusi. Da quando Shireen è stata uccisa, la nostra famiglia ha chiesto un’indagine statunitense approfondita, indipendente e credibile che porti ad una assunzione di responsabilità, che è il minimo indispensabile che il governo degli Stati Uniti dovrebbe fare per uno dei loro propri cittadini”.
I membri della famiglia hanno insistito sul fatto che continueranno a chiedere al governo degli Stati Uniti di portare a termine i suoi impegni dichiarati, ma ciò “richiede un’azione”.
Hanno anche sollecitato un’indagine ed un processo completi della Corte penale internazionale (CPI). “L’uccisione israeliana della nostra cara Shireen non può essere messa da parte: nessun’altra famiglia dovrebbe sopportare ciò che la nostra famiglia ha dovuto sopportare”, conclude la lettera.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.