La famiglia di un uomo in coma chiede aiuto da sette mesi, ma l’Anp non risponde.

Cisgiordania. “Per amor di Dio, lasciate andare mio padre ad Amman. Dio vuole che si curi ad Amman, perché non lo lasciate andare dopo sette mesi di coma?”.

Sette mesi fa, Iyad Abu Thaher, 39 anni, si è recato all’ospedale a Nablus, dove aveva subito un intervento chirurgico al cuore. Secondo la sua famiglia, le sue condizioni sono peggiorate a causa di un caso di “negligenza”, ed ecco che da sette mesi si trova in coma.
Reyad Abu Thaher, il fratello di Iyad, ha dichiarato alla Ma'an che egli ritiene i medici dell’ospedale di Nablus responsabili per le attuali condizioni di suo fratello, poiché lo fecero attendere per sei ore prima di consentirgli l’accesso alla terapia intensiva.

La famiglia ha perciò preteso un’inchiesta a causa di sospetta “negligenza”. Tuttavia i suoi risultati sono rimasti secretati, sebbene vi sia anche il coinvolgimento della giustizia palestinese.
Reyad afferma che il trattamento adatto a suo fratello è disponibile negli ospedali della Giordania, ma il ministro della Salute del governo di Ramallah s’è rifiutato di preparare i documenti necessari, con il pretesto che il ministero non riconosce il trattamento di cui Iyad ha bisogno.

Il fratello dell’ammalato sostiene che la cosa migliore sia che il ministero paghi il trattamento in Giordania piuttosto che continuare a curarlo a Nablus, dove non si registra alcun miglioramento.

L'agenzia  Ma'an ha parlato con  il dott. Hussam Al-Jawhary, direttore dell’ospedale di Nablus, il quale ha detto che “Abu Thaher s’è rifiutato di sottoporsi a un ricovero di alcuni giorni prima di recarsi in ospedale, il che è provato [dall’inchiesta]”.

Al-Jawhary afferma che una commissione è stata costituita per investigare sul caso di Abu Thaher: i risultati sono stati inviati direttamente al ministro della Salute, Fathi Abu Maghli.

Il 5 gennaio l’ospedale di Nablus ha emesso un comunicato in cui si dice che il caso era senza speranza. Ma Ma’an ha ottenuto copia di una relazione di un ospedale giordano emessa il 21 gennaio, nella quale si afferma che il paziente è in grado di rispondere a delle cure e richiede perciò 50 sessioni di trattamento con l’ossigeno che costa 140 dinari, che potrebbero però salvargli la vita.
Abu Thaher, che lavorava in un negozio a Nablus, è padre di tre ragazze e di un ragazzo. La moglie e i figli si sono anche rivolti al presidente Abbas.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.