La Fratellanza Musulmana chiede a al-Azhar di emettere fatwa su prestito con FMI

Egyptindependent.com. Abdel Khaleq al-Sherif, capo del dipartimento per la guida e la difesa della Fratellanza Musulmana, ha chiesto a al-Azhar, al ministro dei Beni religiosi e a studiosi di scienze islamiche di emettere una fatwa (parere giuridico) collettivo sulla liceità del prestito dal Fondo monetario internazionale (Fmi) per aiutare il presidente Mohammed Mursi.
Sul sito web della Fratellanza, Sherif ha criticato le fatwa individuali: “Molte sono nocive, come quelle sulle mutilazioni genitali femminili”, e ha sottolineato la necessità di fatwa collettive emanate da istituzioni competenti.
I negoziati del primo ministro Hesham Qandil per garantire 4,8 miliardi di dollari di prestito dal Fondo monetario entro la fine dell’anno hanno scatenato molte critiche negli ambienti conservatori. La settimana scorsa, il partito salafita Nour ha diffuso un comunicato in cui affermava che “prendere in prestito soldi dall’estero è usura”.
C’è dissenso sull’argomento, all’interno dei partiti salafiti. Domenica 26 agosto, Yasser Borhamy, vice-presidente del gruppo salafita Dawah, ha emesso una fatwa sostenendo che il prestito dell’Fmi non rappresenta un caso di usura perché l’interesse è solo dell’1,1 per cento. Di conseguenza, Borhamy è stato attaccato per la sua posizione.
A maggio, un prestito di 3,2 miliardi di dollari dall’Fmi è stato rifiutato dai parlamentari salafiti del Parlamento attualmente defunto, che hanno affermato che era contro la Shari’a perché ha rate di interesse che lo qualificano come usura, o riba. L’Fmi ha fermato i negoziati sul prestito a seguito del conflitto.
La dottrina islamica proibisce l’usura, ma gli studiosi islamici moderati dicono che le rate di interesse stabilite dalle banche non sono considerate usura.
Il partito Freedom and Justice, braccio politico dei Fratelli Musulmani, ha espresso riserve sul prestito ma esita a far sapere la propria posizione.