La Freedom Flotilla 2 chiede ai governi di proteggere i propri cittadini

Amsterdam, 7 marzo 2010 – Le organizzazioni riunite nella Freedom Flotilla 2 chiedono ai rispettivi governi di intraprendere azioni concrete per la sicurezza dei propri cittadini e per prevenire il ripetersi dell’assalto letale contro la precedente flotilla. Il 31 maggio 2010, la marina israeliana ha attaccato un convoglio umanitario marittimo che stava portando solidarietà e aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza sotto assedio, uccidendo nove civili. Il prossimo maggio, partirà una nuova flotilla per interrompere e porre fine al blocco illegale di Gaza. Gli organizzatori si sono incontrati ad Amsterdam lo scorso fine settimana per mettere a punto i preparativi.

I governi di tutto il mondo condannarono l’attacco israeliano alla Freedom Flotilla in acque internazionali. Gli investigatori del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU hanno chiamato brutale e sproporzionato il trattamento riservato ai civili a bordo delle navi. “Ci sono prove evidenti per intraprendere un procedimento giudiziario, in base all’articolo 147 della quarta Convenzione di Ginevra, per i seguenti crimini: omicidio intenzionale; torture o trattamento disumano; intenzione di causare grandi sofferenze o danni fisici e alla salute” ha stabilito il rapporto redatto dalla Commissione di indagine del Consiglio per i Diritti Umani dell’ ONU.

La Commissione Internazionale della Croce Rossa considera il blocco Israeliano della Striscia di Gaza illegale perché costituisce punizione collettiva dei civili Palestinesi a Gaza. Il rapporto della Commissione di indagine ONU afferma: “Il blocco è illegale e non può essere sostenuto da alcuna legge (…) qualsiasi siano le motivazioni”. I governi sono obbligati per legge a prendere posizione ed agire contro le violazioni della legalità internazionale e le minacce ai diritti umani. Ciò include non solo il blocco della Striscia di Gaza e le reiterate violenze contro la popolazione civile ivi residente, ma anche la colonizzazione della Cisgiordania, la pulizia etnica di Gerusalemme Est e la costruzione del muro di separazione, dichiarato illegale nel 2004 dalla Corte di Giustizia Internazionale.  Nonostante ciò, gli stati internazionali stanno vergognosamente minimizzando i crimini di Israele anziché agire per fermarli.

“La missione umanitaria della Freedom Flotilla 2 è la risposta non violenta al silenzio assordante dei nostri  governi -, afferma  Benji de Levie, portavoce della delegazione Olandese -. Ogni tentativo, sia politico che militare, di ostacolare o impedire l’arrivo della Freedom Flotilla nel porto di Gaza è un atto di violazione della legge internazionale e dovrebbe essere trattato di conseguenza dai nostri governi”.

De Levie: “Alla luce delle recenti proteste pacifiche di massa nel Medio Oriente, ci aspettiamo che i nostri governi mettano in atto una politica estera coerente, che condanni tutte le forme di violazione dei diritti umani commesse contro iniziative civili pacifiche, e non a seconda di chi le abbia commesse”.

I preparativi in tutte le regioni coinvolte ( Europa, Nord America, Nord Africa, Asia, Sud America e Australia) procedono secondo i piani. A maggio partiranno per Gaza circa 15 navi che trasporteranno cargo e oltre un migliaio di freedom riders (viaggiatori per la libertà), tra cui giornalisti, politici, operatori umanitari, artisti, e  attivisti per i diritti umani. Le campagne politiche di base all’interno dei diversi paesi crescono  costantemente come dimostrano le iniziative pubbliche di massa, quali concerti di solidarietà  ed eventi.

Coordinamento Internazionale della Freedom Flotilla 2

 

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