La gente di Gaza è stanca di restare in trappola. Le delusioni per l’inoperatività del valico di Rafah

di 'Abdel Ghani ash-Shami

Rafah (Gaza) – InfoPal. Dopo la gioia iniziale, al momento dell'annunciata apertura permanente del valico di Rafah, i cittadini palestinesi hanno iniziato a capire che in realtà si trattava di un'altra manovra puramente mediatica. Le loro necessità di spostarsi dalla Striscia di Gaza per esigenze vitali come salute, studio o lavoro continuano ad essere disattese. 

13mila palestinesi nelle liste d'attesa. A poche ore dall'apertura del valico di frontiera con l'Egitto, le autorità egiziane ne avevano deciso la chiusura, senza alcun preavviso o comunicazione alla parte palestinese. I 300 passeggeri che l'Egitto si era impegnato a far passare al giorno non rispondevano alla mole di gente in attesa di lasciare Gaza, ovvero 13mila.

Da allora le parti si erano incontrate e avevano trovato un accordo portando il numero dei viaggiatori a 550. Ma di fronte allo stato d'assedio di Gaza nemmeno questo è sufficiente e le condizioni poste dall'Egitto non garantiscono il transito di quanti restano in attesa.

Le pratiche di registrazione restano fino troppo burocratiche e non rispettano i tempi delle esigenze di viaggio di gran parte dei palestinesi.

Pazienti, studenti e tutti coloro che devono recarsi all'estero entro una data precisa sono registrati, ma restano in balia degli eventi.

Mohammed Abu Sa'id è uno studente palestinese: “Ad essere onesto, non saprei dire con certezza se il valico di Rafah è aperto o no. Da quello che si sente, posso dire che non sia operativo e allora non siamo stati forse ingannati di nuovo?“.

Yousef Diab ha 60 anni e non ha nascosto la personale delusione per il fraintendimento di cui è stato vittima. “Dapprima mi hanno riferito che potevo viaggiare e quando è arrivato il giorno sono andato al valico, ma lì mi hanno bloccato. Mi hanno detto che, per poter attraversare la frontiera, mi sarei dovuto prenotare.

“Non avevano forse detto, egiziani e palestinesi, che gli ultra-quarantenni potevano viaggiare senza presentare domanda, senza limiti e condizioni?”. 

Priorità di viaggio. La gente chiama in causa anche il governo di Gaza. Amal Mahmoud è una palestinese di 33 anni e ha chiesto alle autorità palestinesi di riconoscere la priorità ai casi urgenti, senza sottoporli alle condizioni di viaggio generali.

Anche il silenzio della parte palestinese non è gradita dai viaggiatori. Già in molti hanno perso il proprio lavoro all'estero per il ritardo dell'attesa.

I palestinesi non scordano di lanciare il proprio appello ai giovani della rivoluzione egiziana. E' di nuovo Amal Mahmoud ad intervenire: “Durante al rivoluzione egiziana, a febbraio scorso, il valico di Rafah era stato tenuto serrato a causa delle precarie condizioni di sicurezza. Il Paese era ancora nel pieno dell'instabilità politica. Ma oggi? Quali ragioni solleva l'Egitto per continuare a chiudere la frontiera?
Poi, riferendosi alla libertà di movimento accordata alla leadership delle fazioni palestinesi di Hamas e Fatah che, nel nome della riconciliazione, si possono incontrare al Cairo, stanca, la gente ammette la propria consapevolezze di non beneficiare di nessuna priorità.

“Noi dobbiamo prenotare il passaggio almeno due mesi prima, e questo data l'alta affluenza”, aggiunge Mohammed Sa'id, il quale, nel salutarci, conclude: “La nostra realtà resta intollerabile e noi restiamo in trappola”.

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