La Giordania condanna il presunto accordo tra Israele e il Vaticano su Gerusalemme

MemoIl ministro degli Affari e dei Beni islamici della Giordania, Abdul Salam Al-Abbadi, ha condannato alcuni reportage pubblicati dai quotidiani israeliani che parlano di un accordo storico sigillato tra il Sottosegretario del ministro degli Affari Esteri e il rappresentante del Vaticano in Terra Santa. L’accordo sarebbe stato ratificato il giorno 29 del mese scorso

Secondo la stampa israeliana l’accordo prevederebbe esenzioni fiscali concesse dalle autorità israeliane alle istituzioni vaticane che operano nella Gerusalemme occupata. Esso garantirebbe inoltre al papato un posto formale in una delle stanze della moschea del Waqf, il fondo per i beni islamici, e santuario del profeta Davide a Gerusalemme.

In un comunicato stampa diffuso il 15 febbraio dal ministero, Al-Abbadi ha affermato che “il Direttore generale dei Beni di Gerusalemme ha discusso con il rappresentante del Vaticano per chiarire quanto era stato pubblicato dai giornali israeliani. Il ministero ha categoricamente negato l’accusa affermando che ogni questione verrà discussa con la Giordania. E ha continuato sottolineando che nella moschea del profeta Davide ogni impianto, pavimento, angolo o la nicchia – Mihrab – appartengono al fondo per i beni islamici, Waqf. Inoltre i documenti storici, religiosi e giuridici a disposizione testimoniano che tutti i diritti storici, religiosi e giuridici sulla moschea appartengono solamente al Waqf “.

Il Waqf islamico, afferma il ministro, denuncia i cambiamenti forzati attuati prima del 1967 e non accetterà il continuo impedimento ai musulmani di pregare nella moschea del profeta Davide, nonché l’opposizione ad al-Dajani di seppellire i loro morti nel loro cimitero storico. Ha inoltre sottolineato che le autorità israeliane non hanno il diritto di cedere ciò che non possiedono.

E ha sottolineato che gli Al-Dajani sono i servitori del luogo e della moschea secondo i decreti concessi oltre 560 anni fa. Inoltre, le autorità israeliane avevano commesso molte irregolarità quando cambiarono le iscrizioni e i versi del Corano, rimuovendo le piastrelle di ceramica nella moschea e vietando agli al-Dajani di utilizzare il cimitero vicino alla moschea.

Il ministro dell’Awqaf e degli Affari islamici di Giordania ha continuato: “L’attacco alle moschee musulmane e la tolleranza verso chi le dissacra è un’ingiustizia inaccettabile e non concederà all’aggressore alcun diritto padronale. Il diritto rimane quello del proprietario, non importa quanto tempo ci vorrà o quante ingiustizie si dovranno sopportare.

Al-Abadi ha aggiunto che le proprietà islamiche del Waqf hanno una loro santità e motivi giuridici genuini così come le convenzioni internazionali che attestano che queste proprietà non sono oggetto di cessione, concessione o rinuncia. In quanto tale, qualsiasi accordo tra Israele e altre parti è nulla e non viene riconosciuta. Al-Abadi ha sottolineato che tutte le offerte effettuate alle spese del Waqf islamico saranno respinte.

Ha inoltre sottolineato che i principi diplomatici richiedono la consultazione preventiva e il coordinamento delle posizioni. Negoziare accordi con Israele non è legale. E’ una chiara violazione del diritto internazionale e un riconoscimento delle autorità israeliane. E ha anche sottolineato che ciò non modifica il diritto islamico su questa delicata area.

Al-Abadi conferma la sua volontà di rifiutare qualsiasi azione intrapresa da Israele o da qualsiasi altro organismo dato che qualsiasi accordo stabilito con coloro che non sono i proprietari di questi beni è illegale.

Infine ha invitato la Lega Araba, l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica, e le organizzazioni internazionali ed umanitarie a prendere rapidamente posizione per fermare le misure ingiuste adottate da Israele contro il Waqf islamico di Gerusalemme.

Traduzione per InfoPal a cura di Cinzia Lazzarini