La Giordania si prepara a installare telecamere di sorveglianza alla moschea di al-Aqsa

371601CBetlemme-Ma’an. La Giordania ha iniziato a prepararsi all’installazione di 55 telecamere di sorveglianza all’interno del complesso della moschea di Al-Aqsa, dopo mesi di polemiche controverse che sembrano essersi ormai risolte.

Il ministro giordano delle Dotazioni religiose, Hayil Daoud, ha riferito sabato al quotidiano giordano al-Ghad che il ministero ha ricontrollato tutte le operazioni tecniche prima di preparare la struttura all’installazione.

Le telecamere dovrebbero essere installate nei muri che contornato il complesso al fine di documentare violazioni e raid condotti dalle autorità israeliane, afferma Daoud.

Il ministero dichiara che le telecamere aiuteranno la Giordania dal punto di vista politico, diplomatico e legale, fornendo la documentazione materiale delle violazioni israeliane che possono essere perseguite penalmente.

Le telecamere –che riprenderanno 24 ore su 24 e 7 giorni su 7- saranno controllate e monitorate dal ministero, riferisce Daoud, che aggiunge il fatto che il progetto sarà espletato in collaborazione con la leadership palestinese.

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha incontrato lo scorso mese il primo ministro giordano e il ministro degli Affari Esteri ad Amman ed ha confermato il suo appoggio verso qualsiasi decisione presa riguardo al complesso di Al-Aqsa e all’installazione delle telecamere.

Le telecamere di sorveglianza nel complesso di Al-Aqsa sono state soggetto per mesi di intense discussioni tra Israele e Giordania, custode ufficiale dei luoghi santi dei musulmani nella Gerusalemme occupata.

Ad ottobre, Israele e Giordania, con la mediazione degli Stati Uniti, hanno finalmente trovato un accordo nell’installazione delle telecamere in un tentativo di allentare le tensioni tra le due fazioni che si erano nuovamente infuocate in quel periodo.

Le tensioni sono state scatenate in parte a causa dell’aumento di visite da parte di gruppi di estrema destra accompagnati dalle forze armate israeliane. Queste visite spesso coincidono con il divieto di accesso al complesso nei confronti dei palestinesi.

La polizia israeliana ha vietato, verso la fine dello stesso mese, all’Islamic Endowment, che si trova all’interno del complesso, di installare telecamere di sorveglianza poiché non si era ancora raggiunto un accordo ufficiale sulla questione.

L’installazione delle telecamere ha inoltre suscitato una certa preoccupazione tra i palestinesi stessi poiché, dato che le autorità israeliane avranno egualmente accesso ai filmati, potrebbero utilizzarli contro di loro.

Ad ottobre, il ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Maliki ha definito il piano come “una nuova trappola” per identificare e arrestare i fedeli della moschea di Al-Aqsa che Israele ritiene colpevoli di incitamento all’odio contro lo stato.

Anche Basel Ghattas, membro palestinese della Knesset della lista araba comune, si è opposto alla decisione, affermando che è presa per assicurare il controllo del luogo sacro ad Israele.

Il complesso di Al-Aqsa si trova sotto il controllo militare israeliano, mentre il controllo della moschea dovrebbe ricadere alle autorità giordane, ma i palestinesi temono che l’aumento della presenza della autorità armate israeliane all’interno del complesso costituisca una potenziale mossa da parte di Israele per rinnegare i precedenti accordi riguardanti il luogo sacro.

Traduzione di Domenica Zavaglia