La Giornata della terra palestinese: il Neghev e l’ebraicizzazione

Land_Day_poster_Abdel_Rahman_Al_Muzain_1984Pal.info. L’11 aprile, i Palestinesi celebrano il giorno della terra palestinese. Ma quest’anno la commemorazione ha un gusto ancora più amaro del solito, per i Palestinesi dei territori occupati nel 1948. A causa delle azioni portate avanti dagli occupanti sionisti, i Palestinesi hanno ancor più paura per la loro identità e per la loro terra, in particolare nella regione del Neghev.

Infatti, in questa regione, gli occupanti sionisti cercano di mettere in pratica il loro piano chiamato “Brafer”, per confiscare migliaia di ettari di terra palestinese e per cacciare le migliaia di Palestinesi che abitano i villaggi del Sud.

I Palestinesi temono anche per la loro identità, in un periodo nel quale l’entità sionista è intenzionata alla creazione di un “Israele” puramente ebraico.

Sottolineiamo che i Palestinesi dei territori occupati nel 1948 celebrano il giorno della terra, dopo quello nel quale le autorità occupanti sioniste avevano confiscato centinaia di ettari di terreni palestinesi di Al-Jalil (Galilea). Il 30 marzo 1976, i Palestinesi uscirono per protestare contro tali confische. Le forze sioniste di occupazione aprirono il fuoco su di loro, uccidendo sei persone e ferendone a centinaia. Altre centinaia furono fermate e interrogate.

Il piano “Brafer”

Lo stato generale di inquietudine che regna tra i Palestinesi dei territori occupati nel 1948 e l’intensificarsi della pressione sionista su di essi, li ha fatti unire ancora di più e li ha spinti a partecipare in gran numero alle attività organizzate dai partiti e dalle istituzioni arabe.

L’analista politico Mohammed Mustafa afferma che la commemorazione di quest’anno è più amara a causa delle confische di terreni che continuano senza tregua.

Lo sciopero generale, quest’anno, è stato rispettato più del solito. Ciò a dimostrazione del fatto che vi è una coscienza generale riguardo alla pericolosità della situazione, della politica sionista, delle ultime leggi discriminatorie che escludono gli Arabi, sia politicamente che esistenzialmente, dice Mustafa.

Le celebrazioni sono arrivate alla fine, ma la lotta politica continuerà.

L’analista Mustafa sottolinea che tutte le attività di ogni istituzione hanno focalizzato i loro discorsi sul tema del Neghev, soggetto ad un orribile attacco sionista, il più duro da alcuni decenni.

Le attività si sono inoltre concentrate su alcuni argomenti storici e culturali, con la volontà di celebrare la memoria dei martiri e dei feriti, e di educare le generazioni a venire sull’identità nazionale palestinese.

Da parte sua, Abbas Zakur, membro anziano della Knesset e persona stimata nella città di Akka, dice che quet’anno molti argomenti preoccupano i Palestinesi dei territori occupati nel 1948: lo stato strettamente ebraico, lo scambio di terreni, la liberazione dei prigionieri del ’48.

Quest’anno si sono svolte molte attività, con grande partecipazione popolare, afferma Zakur.

L’entità sionista e la giornata della terra

Gli occupanti sionisti non hanno mostrato in pubblico le loro reazioni nei confronti delle attività palestinesi in questa giornata della terra; i media non hanno proferito parola. Tuttavia, i loro servizi di sicurezza hanno tenuto ben aperti gli occhi direttamente sul terreno.

I media, la stampa in particolare, non si sono impegnati per parlare della giornata della terra, in quanto le attività sono state svolte pacificamente e in maniera organizzata, conferma l’analista Mustafa. Questi stessi media che, invece, ne parlano troppo quando vi sono incidenti, con lo scopo di accusare la minoranza araba in ogni modo.

Infatti lo stato ebraico pratica una politica discriminatoria. Come può uno stato che si dichiara democratico, escludere circa il 20% dei suoi abitanti?, si chiede Mustafa.

I Palestinesi dei territori occupati nel 1948 sono in pericolo sotto molti aspetti. Per esempio, gli occupanti sionisti lavorano per escludere i Palestinesi cristiani e per allontanarli dagli altri Palestinesi. Continuano a distruggere le case arabe, i raggruppamenti arabi e le città costiere.

Per di più, l’avvenire dei Palestinesi dei territori occupati nel 1948 viene ignorato da tutti, a livello locale, sia arabo che musulmano. E l’entità sionista non lo considera affatto.

La relativa tranquillità nella quale vivono questi Palestinesi del ’48 è soltanto temporanea. I sionisti tendono ad uno stato solamente ebraico e ciò inquieta parecchio questi Palestinesi, sottolinea Mustafa. Le azioni sioniste contro di loro non fanno altro che rendere la situazione esplosiva, ora più che mai.

 

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi