La famiglia di Corrie ha avviato una causa giudiziaria a Haifa, nel nord di Israele, nel 2005, accusando Israele di aver ucciso intenzionalmente e illegalmente la figlia 23enne e di non aver condotto un’indagine credibile.
Il giudice ha definito la morte della giovane attivista, “un incidente spiacevole”, e ha respinto le accuse mosse dalla famiglia, affermando che “non ci sono giustificazioni per chiedere allo Stato di pagare i danni”. E ha aggiunto che i soldati avevano fatto del loro meglio per allontanare le persone dal posto. “Lei (Corrie) non si era allontanata dall’area, come qualsiasi persona avrebbe fatto”.
La madre di Rachel ha detto ai giornalisti di sentirsi “ferita”.
La tragica morte di Corrie l’ha trasformata in un simbolo della resistenza contro l’occupazione israeliana. La sua famiglia ha lottato per anni per avere giustizia dai tribunali israeliani, ma, com’è noto, la giustizia d’Israele è al servizio del progetto coloniale sionista.
(Fonti: Ma’an, PressTv, Quds Press)