Nazareth-Quds Press. Alcuni dati hanno rivelato che 18 processi per l’omicidio di altrettanti civili palestinesi uccisi dai soldati israeliani, iniziati negli ultimi due anni dalle autorità di occupazione, si sono conclusi con una sola condanna: la pena inflitta al soldato è, oltretutto, assolutamente inadeguata e ridicola e mostra tutto il disprezzo dell’occupazione per la vita dei palestinesi.
Il giornale ebraico Haaretz, nell’edizione del 25 maggio, ha ricordato che, negli ultimi due anni, sono iniziate 18 indagini per uccisioni di palestinesi, ma che soltanto un processo si è chiuso con la condanna di un soldato a una pena lieve.
Il giornale ha citato l’omicidio del giovane ‘Uday Darwish, avvenuto nella zona di Hebron, nel sud della Cisgiordania: il giovane è stato assassinato a sangue freddo mentre cercava di entrare in Israele per recarsi al lavoro, senza il relativo permesso. Il soldato che lo ha ucciso è stato condannato a sette mesi di carcere.
In due casi simili, gli omicidi dei giovani Naji al-Babisi e Omar Nassar, assassinati presso la barriera di ‘Anab nell’aprile del 2013, l’inchiesta si è conclusa senza la condanna degli assassini.
Allo stesso modo, è stata archiviata l’inchiesta sull’assassinio di Hamdi, un agricoltore di Hebron, ucciso dopo aver diretto un puntatore laser contro i soldati durante gli scontri scoppiati nel novembre del 2012.
Delle inchieste aperte negli ultimi due anni, ne rimangono in piedi 5, ma si prevede che la loro conclusione non sarà diversa da quella delle decine di processi che si sono chiusi senza l’individuazione dei colpevoli.
Il rapporto del giornale ebraico ha chiarito come le autorità di occupazione si astengano dallo svolgere indagini nei casi di omicidi che hanno avuto luogo durante gli scontri a fuoco, anche se i soldati hanno ucciso dei civili, come è accaduto molte volte.
Le organizzazioni per i diritti umani, locali ed internazionali, hanno invitato le autorità di occupazione ad aprire un’inchiesta sulle circostanze degli omicidi dei ragazzi palestinesi Nadim Nawara e Muhammad Salamah, e di coloro che sono stati martirizzati una decina di giorni fa, durante una marcia organizzata nella città di Ramallah per celebrare il 66° anniversario della Nakba palestinese, dopo che un video ha mostrato come i manifestanti non costituissero un pericolo per i soldati israeliani.
Dopo questo fatto, le autorità di occupazione hanno annunciato la propria intenzione di aprire un’inchiesta sull’accaduto, ma le indagini su crimini simili, avvenuti in passato, hanno dimostrato come tali inchieste fossero soltanto una messa in scena.
Traduzione di Federica Pistono