La “grave mancanza di ossigeno” negli ospedali di Gaza minaccia le vite umane, avverte il ministero della Salute

Gaza – Press TV. Il ministero della Salute di Gaza ha dichiarato che gli ospedali della Striscia stanno affrontando una “grave mancanza di ossigeno” che minaccia la vita dei pazienti a causa della guerra di 15 mesi e del continuo blocco degli aiuti da parte di Israele.

L’avvertimento del ministero è arrivato dopo aver rilevato che le forze israeliane hanno distrutto 10 stazioni centrali di generazione di ossigeno durante la guerra.

Secondo il rapporto, gli attacchi hanno colpito importanti strutture mediche, tra cui “il complesso medico al-Shifa, l’ospedale al-Rantisi, l’ospedale al-Durra, l’ospedale indonesiano, il complesso medico al-Nasr e la clinica Sheikh Radwan”.

Le 10 stazioni distrutte erano essenziali per fornire ossigeno alle “unità ospedaliere critiche come le sale operatorie, le unità di terapia intensiva, i reparti di emergenza e le incubatrici neonatali, nonché ai pazienti che ricevono assistenza a domicilio”.

Il ministero ha avvertito che il blocco da parte di Israele dell’ingresso di nuovi generatori di ossigeno nella Striscia “aggraverà la crisi a livelli che minacciano la vita dei pazienti”.

Genocidio indiretto di Israele.

Mohammed Abu Salima, direttore del complesso medico al-Shifa, ha dichiarato che Israele ha interrotto i suoi attacchi mortali diretti contro i palestinesi, ma continua ad ucciderli indirettamente bloccando l’ingresso delle stazioni di ossigeno negli ospedali della Striscia di Gaza, in particolare nella città di Gaza e nelle aree settentrionali.

Ha aggiunto che molti pazienti in terapia intensiva e neonati prematuri sono morti a causa della mancanza di bombole di ossigeno, notando che c’è solo una stazione di rifornimento di bombole di ossigeno che funziona a malapena.

Tutto ciò, nonostante un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, raggiunto dopo 15 mesi di guerra genocida del regime contro la Striscia. La guerra ha causato la morte di almeno 48.271 palestinesi, per lo più donne e bambini, e il ferimento di altre 111.693 persone.

Il regime è stato costretto ad accettare il cessate il fuoco dopo aver fallito gli obiettivi di guerra, tra cui la liberazione dei prigionieri, la “eliminazione” della resistenza gazawi e il trasferimento forzato dell’intera popolazione di Gaza nei Paesi vicini.

Traduzione per InfoPal di F.L.