Tel Aviv – Al-Mayadeen. Mentre la guerra contro Gaza si avvicina al traguardo di un anno, le conseguenze sono state particolarmente disastrose per quanto riguarda l’economia israeliana, con la minaccia della povertà che incombe sulle comunità di coloni lontane dai combattimenti.
L’economia israeliana aveva già mostrato importanti segni di debolezza prima del 7 ottobre, ma la situazione si è aggravata quando l’operazione Ciclone di al-Aqsa e la successiva guerra genocida hanno fatto crollare l’occupazione.
Nel quarto trimestre del 2023, il PIL israeliano si è contratto del 21%. Nonostante la ripresa del 14% nel primo trimestre del 2024, la crescita è rallentata e si è attestata allo 0,7% nel secondo trimestre, spingendo economisti come Jacques Bendelac ad avvertire di una possibile recessione se la guerra non cesserà presto.
In questo contesto, Fitch Ratings, una società di mercato dei capitali, ha previsto ad agosto che la guerra di Gaza – ora la più lunga dal 1948 – potrebbe potenzialmente estendersi fino al 2025. L’economia israeliana affronta anche la minaccia di una guerra su più fronti, con l’intensificarsi dell’aggressione sul fronte settentrionale con il Libano.
Tre delle principali agenzie di rating, tra cui Fitch, hanno declassato il debito israeliano, forse indicando che “Israele” non è in grado di chiudere i suoi obblighi, anche se il rating del credito rimane ancora alto.
Le industrie che generano crescita si estinguono rapidamente.
I principali settori di crescita di “Israele” sono la tecnologia e l’industria degli armamenti, entrambi esenti in una certa misura dai rischi della guerra. Tuttavia, altri settori chiave come il turismo, l’edilizia e l’agricoltura sono stati colpiti duramente e stanno “morendo uno dopo l’altro”, ha detto Bendelec.
Dopo il 7 ottobre, “Israele” ha smesso di rilasciare permessi di lavoro ai palestinesi, che costituiscono la maggior parte della forza lavoro, causando una significativa carenza di manodopera. Prima della guerra, circa 100 mila palestinesi ricevevano permessi di lavoro nei territori occupati, rispetto agli attuali 8 mila, ha rivelato Kav LaOved, un’organizzazione israeliana per i diritti del lavoro.
A Tel Aviv, considerata il fulcro economico di Israele, l’edilizia si è fermata, lasciando incompleti grattacieli e progetti di trasporto. Dal 7 ottobre, anche il turismo è diminuito in modo significativo, poiché la guerra in corso ha scoraggiato i turisti e i pellegrini religiosi.
Da gennaio a luglio, “Israele” ha ricevuto 500 mila turisti, solo un quarto del numero rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo il ministero del Turismo.
La guerra di “Israele” manifesta la povertà.
Secondo Bendelac, negli ultimi vent’anni “Israele” si è affidato fortemente al consumo di credito. Tuttavia, le famiglie di coloni non sono state in grado di pagare i loro debiti e prestiti, soprattutto nelle circostanze attuali.
Ha avvertito che gli alti costi della vita, combinati con un rallentamento economico, “porteranno inevitabilmente ad un aumento della povertà”. Le organizzazioni umanitarie stanno già assistendo a un aumento della domanda dei loro servizi, con la comparsa di nuove persone nelle file di distribuzione del cibo.
Ad esempio, nel parcheggio di un centro commerciale a Rishon Lezion, l’ONG Pitchon-Lev, o “Cuore aperto”, fornisce gratuitamente due volte alla settimana cesti di frutta, verdura e carne. Il fondatore Eli Cohen ha dichiarato che, dall’inizio della guerra, l’organizzazione ha più che raddoppiato le sue attività, arrivando a sostenere quasi 200 mila famiglie nei territori occupati.
Tra i nuovi beneficiari ci sono “giovani individui, famiglie con mariti in servizio come riservisti, molti ex-donatori e tutti coloro che sono stati evacuati dalle colonie del nord a causa dell’accensione del fronte settentrionale”.
Per quanto riguarda le prospettive di ripresa, Bendelac ha osservato che “di solito c’è una forte ripresa economica” dopo la fine di una guerra. Tuttavia, ha avvertito che “più a lungo continuerà la guerra, più lenta e impegnativa sarà la ripresa”.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.