La Libia convoca l’ambasciatrice degli Stati Uniti per il rapimento di al-Libi

PressTv. La Libia ha convocato l’ambasciatrice degli Stati Uniti per il rapimento di un cittadino libico da parte delle forze armate americane a Tripoli.
Il governo libico ha convocato l’ambasciatrice americana in Libia, Deborah Jones, per il sequestro di Abu Anas al-Libi, noto anche come Nazih al-Ragye, da parte delle forze degli Stati Uniti. E’ quanto ha annunciato martedì il ministero degli Esteri.

“Il ministro della Giustizia Salah al-Marghani ha convocato l’ambasciatrice degli Stati Uniti, lunedì mattina per ricevere risposte alle molte domande relative al caso  di al-Libi”, riporta la dichiarazione del ministero.

In precedenza, Tripoli aveva chiesto spiegazioni per un’incursione di Washington all’interno del territorio libico per rapire uno dei suoi cittadini.

Nel frattempo, decine di persone a Bengasi hanno bruciato la bandiera degli Stati Uniti per dimostrare la loro rabbia per il rapimento da parte degli Stati Uniti. Washington ha difeso l’operazione definendola legale.

Il 5 ottobre, le forze speciali americane hanno rapito il leader di Al-Qaeda per il suo presunto coinvolgimento nei due attentati del 1998 alle ambasciate americane  in Kenya e in Tanzania, dove più di 220 persone morirono.

Libi era sulla lista dei ricercati dell’FBI. Gli Stati Uniti avevano offerto una ricompensa di cinque milioni di dollari per informazioni che portassero alla sua cattura dopo che era stato incriminato nel 2000.

Lunedì, la famiglia del libico rapito ha condannato il suo arresto, e suo fratello ha dichiarato: “E’ stato un atto di pirateria, da parte di una forza straniera, che ha rapito mio fratello. Dovrebbero presentare documentazione al governo libico e mettere mio fratello sotto processo qui nel suo paese”.

Il 49enne è tenuto a bordo di una nave da guerra della Marina degli Stati Uniti nel Mar Mediterraneo per un ulteriore interrogatorio.

Traduzione di Edy Meroli