La moglie di un ex detenuto palestinese abortisce a causa di un raid dei militari israeliani

Imemc. Il Centro palestinese per i Diritti Umani (Pchr) condanna crimini, vessazioni e intimidazioni commessi dalle forze d’occupazione israeliane nel corso dei raid notturni in Cisgiordania durante i quali i cittadini palestinesi vengono arrestati o convocati a interrogatorio dall’Intelligence israeliana.

Tra il 9 e il 15 febbraio, Israele ha effettuato 72 incursioni contro abitazioni palestinesi. In seguito a una di queste operazioni, la moglie di un ex prigioniero palestinese di Salem (Nablus Est) ha abortito.

La storia. Intorno alle 2 di notte, ora locale, dell’11 febbraio, le forze d’occupazione israeliane hanno invaso Salem e hanno fatto irruzione in casa di Nassim Helmi Karkari, ex detenuto di Israele, di 40 anni, rilasciato nella seconda fase dell’accordo di scambio tra Israele e Hamas.

Ad aprire la porta è la madre dell’ex detenuto. Piazzatisi in casa, i soldati d’occupazione ordinano alla donna di far scendere i figlio (Karkari). La donna raggiunge l’appartamento del figlio per informarlo e, subito, Karkari insieme alla moglie Samira Fu’ad Eshtayeh, di 37 anni, incinta al secondo mese, scendono dal loro appartamento al secondo piano.

I soldati esigono il documento d’identità di Karkari ordinando alla moglie di andarlo a prendere.
La donna sale di corsa per le scale, ma al ritorno scivola. Avuto il documento, i soldati d’occupazione ordinano a Karkari di presentarsi due giorni dopo presso il campo militare dell’Intelligence ad Hawara.

Poche ore dopo che i soldati hanno abbandonato la casa, la donna accuserà dolori addominali e, dalla ginecologa Hanan ‘Adel, verrà a sapere che il cuore del feto ha smesso di battere. Samira abortirà da lì a breve all’ospedale di Rafidiya.

Il Pchr condanna crimini, vessazioni e intimidazioni commessi dalle forze d’occupazione israeliane e:

1. Condanna fermamente le intimidazioni contro la famiglia di Nassim Karkari, causa dell’aborto della moglie;

2. Ricorda che intimidazioni e vessazioni di civili sono forme di tortura e di trattamenti inumani o degradanti;

3. Richiama la comuntà internazionale a intervenire per porre fine alle gravi e sistematiche violazioni israeliane ai Diritti Umani dei civili palestinesi.