La Palestina partecipa alla riunione dell’Unesco in qualità di Stato

Imemc. La Palestina partecipa, per la prima volta, alla riunione consultiva dell’Unesco, che si tiene nella capitale dell’Oman, Masqat, con la presenza dei segretari generali dei comitati nazionali dell’organizzazione nel mondo arabo. 

Nel corso dei tre giorni di consultazioni, verranno discusse le strategie politiche dei Paesi del Mediterraneo per il periodo compreso tra il 2014 e il 2021. Si discuterà anche dei bilanci economici e delle strategie per il periodo tra il 2012 e il 2017. 

Lo Stato palestinese è rappresentato da Ismail al-Talawi, segretario generale della Commissione nazionale palestinese dell’istruzione, della cultura e della scienza. 

Durante il suo discorso inaugurale, al-Talawi ha espresso la sua gratitudine ai Paesi arabi che hanno sostenuto fortemente la candidatura palestinese per una piena adesione all’Unesco, ringraziando allo stesso tempo i Paesi occidentali che hanno appoggiato tale mossa.

Al-Talawi ha affermato che il popolo palestinese ha un patrimonio scientifico, culturale e storico unico del suo genere, inoltre i palestinesi sono determinati a vivere in un mondo di pace e sicurezza e “vogliono arricchire l’attività educativa, scientifica e culturale dell’Unesco. Quest’ultima ha un ruolo essenziale nella tutela del patrimonio e delle culture di tutte le nazioni del mondo, tuttavia il patrimonio culturale palestinese è continuamente saccheggiato dall’occupazione israeliana”. 

Il rappresentante dello Stato palestinese ha anche denunciato le continue aggressioni israeliane contro i palestinesi, in particolare contro Gerusalemme, e il costante tentativo di cancellare l’esistenza dei luoghi storici, arabi e islamici: “Israele si comporta come se fosse al di sopra del diritto internazionale, ha violato tutti i trattati internazionali, in particolare quelli riguardanti la tutela dei siti storici, tra cui l’accordo di protezione dei siti culturali e naturali firmato nel 1972”. 

Egli ha inoltre dichiarato che l’Unesco non può attuare suo obiettivo strategico, cittadinanza internazionale in Medio Oriente, in quanto Israele occupa illegalmente la Palestina e diversi territori arabi. 

Al-Talawi ha anche criticato il nuovo programma scolastico appena approvato in Israele, in quanto esso non tiene conto della storia araba e islamica della Palestina. E ha chiesto all’Unesco di agire “per fermare le aggressioni israeliane contro il popolo e la terra palestinese”. 

Nella riunione verranno discusse le strategie per ridurre la povertà in Africa, raggiungere l’uguaglianza tra i sessi e attuare un piano che garantisca la pace globale, lo sviluppo costante e la parità dei diritti per tutti gli esseri umani. 

Nel mese di ottobre dello scorso anno, la Palestina era stata ammessa come membro a pieno titolo dell’Unesco. Subito dopo il voto favorevole alla sua adesione, gli Stati Uniti avevano congelato i loro fondi destinati all’Organizzazione mondiale, considerando il voto come “irresponsabile e anti-israeliano”. La risoluzione era stata adottata con 107 membri a favore e 14 contro. 

Anche Israele aveva congelato il trasferimento di tutti i fondi derivanti dagli introiti fiscali e doganali che essa raccoglieva per conto dell’Anp nei valichi di frontiera della Cisgiordania. 

Il 29 giugno di quest’anno, l’Unesco ha incluso la Chiesa della Natività di Betlemme e la via di pellegrinaggio tra i siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Israele e gli Usa si sono scagliati contro questa decisione definendola “unilaterale”.