La Pax israeliana, Netanyahu promette: ‘le colonie non si toccano’. Ai palestinesi, lo stato-banthustan.


Tel Aviv – Infopal. Benjamin Netanyahu, il primo ministro di Israele, ha dichiarato che evacuare gli insediamenti ebraici da Gaza è stato un “errore” e che esso “non verrà più commesso” né a Gerusalemme Est né in Cisgiordania. Insomma, un bello schiaffo in faccia a Stati Uniti ed Europa, e a tutti coloro, in Occidente, parlano degli “sforzi di pace israeliani” e puntano il dito contro i palestinesi che “non apprezzano le tante e grandi concessioni di Israele”.

E uno schiaffo sonoro anche alla dirigenza di Fatah, il cui presidente, Mahmud Abbas, appena rieletto, sembra andar più d'accordo con gli occupanti che con i propri compatrioti.

Le prevedibili dichiarazioni dell'estremista Netanyahu sono giunte durante la seduta settimanale del governo sionista, e in occasione del quarto anniversario del ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza.

“Il mio governo non aumenterà il numero degli evacuati – ha affermato Netanyahu -. Il ritiro da Gaza non ha portato né la pace né la sicurezza, e la Striscia è diventata una base per Hamas sotto la supervisione dell'Iran”.

Il premier sionista mente e manipola la verità su due punti: non è a causa del ritiro unilaterale israeliano che “non c'è pace” con i palestinesi, ma è l'occupazione stessa della terra palestinese e il feroce assedio imposto alla Striscia che distruggono ogni possibilità di pace. Entrambi prodotti da Israele. Hamas nella Striscia di Gaza c'è da venti anni e non si è radicata a seguito dell'evacuazione dei coloni e dell'esercito.

Netanyahu ha poi giurato di offrire ai coloni occupanti illegalmente la Striscia, ed evacuati appunto quattro anni fa, ulteriori aiuti, oltre a quelli già ricevuti, e ha garantito che il suo governo “non commetterà lo stesso errore”. Dunque, un “vero partner per la pace” per Abbas e l'Anp di Ramallah.

Le esternazioni del premier israeliano non sono finite qui: ha aggiunto che “qualsiasi accordo di pace con i palestinesi dovrà essere condizionato al riconoscimento di Israele come stato ebraico”, e che i palestinesi dovranno accettare uno stato (un banthustan con pezzetti di terra sparsi qua e là e scollegati fra loro, ndr) disarmato che funzioni sotto speciali condizioni di sicurezza stabilite da Israele. Il danno e la beffa, quindi, accettabile soltanto da dirigenti quisling.

Infatti, neanche le moderatissime e vuote dichiarazioni uscite dal VI Congresso di Fatah, svoltosi la settimana scorsa a Betlemme, sono state apprezzate dai guerrafondai di Tel Aviv: sia Netanyahu sia il suo ministro della Difesa, Ehud Barak, le hanno rigettate.

E' la Pax israeliana. La pace degli oppressori e degli ingiusti.

A.L.

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