“La prigione più grande del mondo”: un saggio che tutti dovrebbero leggere

InfoPal. Di Angela Lano. “La prigione più grande del mondo” (Fazi editore, 2022), il nuovo dettagliato saggio storico del prof. Ilan Pappé, accademico e scrittore israeliano, è una straordinaria pietra miliare nella conoscenza dei fatti che hanno travolto la Palestina: l’annessione e occupazione di Cisgiordania, Gerusalemme e Striscia di Gaza.

Con il suo famoso libro “La pulizia etnica della Palestina”, pubblicato nel 2008 sempre per la Fazi, lo storico aveva descritto, in modo chiaro e approfondito, le fasi che portarono alla Nakba, il disastro palestinese terminato con la nascita dello Stato israeliano, nel 1948, evidenziando il genocidio e pulizia etnica dei nativi palestinesi. In questo nuovo lavoro, “La prigione più grande del mondo”, Pappé concentra l’attenzione sull’annessione e occupazione della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, evidenziando politiche e fatti che gettano luce sulla drammatica situazione odierna dei Territori palestinesi occupati.

Il saggio di Pappé si basa su anni di ricerche, rappresentando una delle opere storiche più complete e coraggiose finora scritte sull’occupazione e colonialismo israeliani dei Territori palestinesi, trasformati appunto nella “prigione più grande del mondo”, sull’oppressione sistematica e crudele della popolazione nativa e sulla sua dura vita quotidiana contrassegnata da discriminazioni, apartheid, abusi, morte, distruzione, pulizia etnica continua e genocidio.

Pappé affronta la questione palestinese partendo da diverse prospettive e punti di vista: attraverso l’analisi di materiali d’archivio recentemente de-classificati, ricostruisce e analizza i progetti, le strategie e le decisioni dei militari e dei politici israeliani che hanno gettato le basi per la colonizzazione di ciò che rimane della Palestina storica, e descrive la quotidianità dell’occupazione, evidenziandone anche gli opprimenti e ingiusti meccanismi burocratici, legali e della “sicurezza” messi in atto contro i Palestinesi.

Attraverso testimonianze e una vasta e dettagliata documentazione, lo storico denuncia gli effetti disumani dell’occupazione israeliana, la violazione sistematica e giornaliera dei diritti umani e civili attuata con retate e arresti di massa, persecuzioni e detenzioni politiche, check-point e blocchi stradali, trasferimenti forzati degli autoctoni, demolizioni delle abitazioni, delle scuole, degli ospedali e delle infrastrutture palestinesi, invasioni dei luoghi santi musulmani e cristiani, per far posto ai coloni e alle loro attività oppressive, violente e predatorie.

Il libro di Pappé mostra una forte empatia e comprensione nei confronti del popolo palestinese, delle sue ragioni e tentativi di reazione all’oppressione, offrendo un ritratto, scientifico e umano allo stesso tempo, della tragica quotidianità nei Territori Occupati e rivolgendo alla comunità internazionale una forte denuncia dei crimini contro l’umanità perpetrati da Israele da oltre 70 anni ai danni della popolazione indigena della Palestina.

“La prigione più grande del mondo” è un capolavoro storico che tutti dovrebbero leggere per comprendere l’ingiustizia di cui i Palestinesi sono vittime.

Il libro verrà presentato insieme all’autore durante i lavori della Conferenza internazionale “Gerusalemme è nostra” che si svolgerà al “NH Congress Center” di Milano-Assago il prossimo 29/10.