La primavera araba: il Mossad apre un nuovo capitolo

Pal.info. All’inizio di aprile, il Mossad, il servizio segreto esterno israeliano, ha pubblicato delle offerte di lavoro, convenzionali e speciali. Offerte speciali per persone speciali in grado di attirarne altre.

In “Israele” è stata una sorpresa vedere le risposte a questo annuncio, per la quantità e la qualità delle persone che dovevano avere una bella vita da qualche altra parte, civile o militare. E’ vero che la crisi c’è per qualcosa, ma è la vita sconosciuta in un’organizzazione segreta che li ha attirati particolarmente.

Il caso di Ben Zygier, l’uomo del Mossad accusato di tradimento che si è suicidato in prigione, avrebbe potuto spaventare più di uno, e invece no.

Questo caso non ha avuto effetti. O perché le persone leggono le informazioni a modo loro. Oppure perché pensano che le cose accadano solo agli altri.

Nell’ottobre del 2010, Benjamin Netanyahu, il Primo Ministro israeliano, decise di nominare Tamir Pardo capo del Mossad. Una sorpresa, poiché Pardo non era conosciuto come uomo vicino a Netanyahu e non aveva avuto posizioni vicine a quelle del Primo Ministro, soprattutto per quanto riguarda la questione iraniana.

Il Generale Pardo

Il sessantenne Pardo è diplomato al Comitato della Direzione Generale e possiede trent’anni di servizio, di cui la maggior parte impiegati in operazioni segrete. Ha cominciato il suo mandato nel novembre 2011. Qualche giorno più tardi le masse tunisine hanno fatto cadere Ben Ali. Che sia amico del Primo Ministro o meno, egli si trova tra due fronti che minacciano “Israele”. Da una parte l’Iran, dall’altra la primavera araba. Un nuovo capitolo si apre nella storia del Mossad.

Negli anni novanta del secolo scorso, gli israeliani ritenevano che tutte le minacce arrivassero dalle frontiere. Quindi l’esercito era la soluzione, aiutato dal Mossad. Tre questioni hanno cambiato questa concezione: il progetto nucleare della Libia, le presunte armi irachene di distruzione di massa e l’attacco esplosivo contro i turisti israeliani in Kenya nel 2002. I capi hanno cominciato a rendersi conto che ormai non potevano più limitarsi a fornire informazioni all’esercito israeliano. “Ci siamo trasformati da fornitori a produttori”, ha affermato un anziano capo dell’organizzazione.

Nel corso di questi ultimi due anni e mezzo, tutti i capi della sicurezza del paese sono cambiati. Il capo di Stato Maggiore e il suo vice. Il capo del Mossad e il suo vice. Il capo dell’intelligence militare. Il nuovo gruppo lavora in ottimo accordo. Ha le sue opinioni per ciò che riguarda l’Iran, che non sempre sono gradite al Primo Ministro.

Il nuovo governo ha messo in atto un gabinetto di sicurezza ristretto a soli cinque ministri, al posto dei suoi gabinetti che stavano diventando sempre più numerosi.

Chi potrebbe tradire?

Tornando al caso di Ben Zygier, il Mossad avanza un ragionamento deludente: non c’è niente da fare. Si sente tristezza, ma non pentimento.

Il Mossad può immaginare chi riuscirà e come, ma non può prevedere chi tradirà. Gli esperti parlano di tre tipi di traditori. I traditori per principio: essi si rivelano progressivamente. I traditori per denaro: la macchina della verità potrebbe svelarli. I traditori marci: molto difficili da trovare. E Ben Zygier era uno di questi ultimi.