Un nuovo spazio turistico potrebbe sorgere sulle proprietà palestinesi illegalmente confiscate dalle autorità d’occupazione israeliane.
La proposta – approvata in prima seduta tre mesi fa – era stata avanzata dall’organizzazione di coloni israeliani “Elad”. La prossima fase sarà l’approvazione finale con l’avvio dei lavori.
Il progetto turistico dei coloni israeliani include parcheggi, piscine e altre strutture di divertimento estesi su 3mila ettari di terreni.
Denuncia il piano israeliano la Fondazione per il patrimonio storico-religioso Al-Aqsa, che lo collega ad altri disegni espansionistici israeliani nell’area di Wadi al-Helwe, a sud della moschea di Al-Aqsa, subito fuori da Porta al-Mugrabi, uno degli ingressi storici della città vecchia.
Si attendono proteste e resistenza dai residenti palestinesi, similmente a quanto annunciano nel Negev le comunità più volte minacciate di espulsione come conseguenza delle demolizioni israeliane.
Nel Negev sabato prossimo si organizzeranno dei sopralluoghi tra le aree a rischio di demolizioni edilizie in presenza di giornalisti per alzare il livello di attenzione sul loro caso, per attirare quanti più individui a manifestare contro le operazioni di pulizia etnica di Israele.
Con lo stesso obiettivo, i residenti del Negev hanno allestito una tenda che fungerà da punto di ritrovo.
Sempre oggi, Israele ha informato la comunità palestinese della confisca di 1.500 ettari di terra a Betlemme. Nella comunicazione consegnata si “concedono” ai palestinesi 45 giorni di tempo per sradicare gli alberi. Se il termine non dovesse essere rispettato, Israele multerà i palestinesi. L’area verrà utilizzata per collegare le colonie israeliane a sud con quelle a ovest di Betlemme.