Imemc, Ma’an e MEMO. Giovedì, l’esercito israeliano ha demolito il villaggio beduino di al-Arakib, nel deserto del Negev, per la 121ª volta, trasformando in senzatetto tutte le famiglie residenti.
Il villaggio è già stato demolito 121 volte, l’ultima era stata effettuata il 25 ottobre.
Il villaggio è stato sottoposto a continue invasioni e demolizioni; i suoi abitanti hanno proprietà fondiaria e ricevute di tasse pagate che risalgono al periodo ottomano, ma le autorità israeliane non le accettano come valide.
L’agenzia di stampa Maan ha riferito che, nell’agosto di quest’anno, un tribunale israeliano ha ordinato a sei abitanti del villaggio di pagare 262.000 shekel (circa 74.508 dollari), oltre a 100.000 shekel (28.440 dollari) per le spese della Procura di stato.
Le cifre di cui sopra sono solo per la demolizione di agosto, oltre a tutti i costi accumulati delle precedenti, dal 2010, con un costo cumulativo di circa 1.902.607 shekel (541.000 dollari).
Ci sono 35 villaggi beduini che non sono riconosciuti da Israele; quasi 160.000 beduini vivono in villaggi “non riconosciuti” nel Negev, costruiti prima del 1948, ma “illegali” secondo la legge israeliana, e sottoposti a continue demolizioni e sfollamenti.
Nel 2005, Israele approvò il cosiddetto “Piano di sviluppo del Negev” che mira a costruire centri commerciali e aree turistiche, spodestando circa 65.000 beduini che vivono in quello che Israele definisce “villaggi non riconosciuti”.
Il piano prevede l’annessione di oltre 700.000 dunum di terre (18.5329 acri) e lo spostamento dei residenti, e la demolizione di 14 villaggi nell’area. Al-Arakib è uno dei “villaggi non riconosciuti” più colpiti nel Negev.
Tutti i villaggi non riconosciuti nel Negev sono oggetto di continui attacchi e violazioni da parte di Israele, in quanto Tel Aviv non riconosce il diritto dei residenti di vivere nella loro terra – terra in cui abitavano prima della creazione dello stato di Israele nella Palestina storica del 1948.