La quotidiana barbarie dei coloni israeliani.

Cisgiordania. Arrabbiati con il loro governo per il rallentamento dell’espansione degli insediamenti in Cisgiordania, i coloni israeliani se la sono presa con le automobili e le case dei palestinesi, ma anche contro gli alberi (cinquanta sradicati solo domenica scorsa).

Ieri, i coloni hanno appiccato il fuoco a due magazzini, a due macchine e a un trattore di proprietà di agricoltori palestinesi nel nord della Cisgiordania, nella cittadina di Einabus, vicino a Nablus.

Alle due e mezza della notte i Vigili del fuoco sono stati allertati e si sono precipitati verso la casa di Nadr Mufti per spengere l’incendio nel suo granaio, che s’era allargato anche alla macchina e al trattore.
In un altro luogo vicino, coloni israeliani hanno dato alle fiamme l’automobile di Fayiz Allan.

Fortunatamente, entrambi gli episodi non hanno causato vittime.

Il Dipartimento della Protezione civile palestinese ha dichiarato di aver tenuto a bada le fiamme nel granaio di proprietà di H.A. Le fiamme, controllate, non sono così riuscite ad espandersi alle aree adiacenti.

I danni causati dall’incendio, secondo la Protezione Civile, ammontano a 40.000 dollari, e includono due auto e venti fienili.

Fonti del ministero della Difesa israeliano riferiscono a “Ma’an” che sebbene non si possa essere certi che si tratti di attacchi in segno di rappresaglia contro il congelamento della costruzione di nuovi insediamenti in Cisgiordania, vasti contingenti dell’Esercito si trovano dispiegati nell’area presupponendo il movente della “vendetta”.

Residenti della ‘colonia’ di Yizhar sono stati probabilmente protagonisti di questi atti.

Un portavoce del Coordinamento delle Attività di Governo in Cisgiordania conferma che l’Amministrazione Civile ha ricevuto solo delle denunce riguardanti dei coloni che hanno incendiato due automobili e un edificio. Comunque le autorità stanno conducendo delle indagini.

A Betlemme i coloni sradicano gli alberi. Domenica, decine di coloni israeliani hanno sradicato circa cinquanta alberi piantati di recente nei campi della cittadina di Umm Salamona, a sud di Betelemme.

Questi alberi erano stati piantati la scorsa settimana nell’ambito di una campagna diretta dal governatore dell’Anp di Betlemme, ‘Abd el-Fattah Hamayil. Lo scopo era esprimere solidarietà con la popolazione di Umm Salamona, le cui terre sono state confiscate dalle autorità israeliane per costruire il Muro di Annessione tra la cittadina e la ‘colonia’ di Efrat.

“Quest’attacco di coloni riflette la loro barbarie, scatenata anche contro alberi e pietre che appartengono ai palestinesi”, ha commentato Hamayil, il quale spiega che questi attacchi sono complementari al piano di dominio israeliano di confisca delle terre palestinesi per costruirvi nuove ‘colonie’.

”Lo sradicamento degli alberi a Umm Salamona svela che il proclamato ‘congelamento degli insediamenti’ è solo un inganno”, afferma Hamayil.

Il presidente della giunta locale, Mahmoud Rashid, ha detto che il governatore di Betlemme, assieme ai capi della Sicurezza palestinese e a rappresentanti delle varie fazioni, hanno dato avvio, la scorsa settimana nella stessa cittadina, a una campagna per reclamare la proprietà della terra, ma sia le autorità israeliane sia i ‘coloni’ hanno frapposto vari ostacoli.

Comportamento aggressivo. Venerdì scorso, i coloni di Yizhar hanno attaccato dei palestinesi della cittadina di Asira, afferma Ghassan Douglas, che guida il dipartimento per il monitoraggio delle attività coloniali israeliane.

Le famiglie vicine hanno aiutato quelle attaccate, così sono scoppiati degli scontri con gli aggressori. Fortunatamente, non vi sono stati feriti gravi.

Questo tipo d’incidenti giunge nel mentre rapporti dell’Esercito israeliano affermano che i coloni potrebbero elevare il livello dei loro attacchi contro civili palestinesi in segno di protesta contro il primo ministro Netanyahu, il quale ha stabilito una parziale moratoria di dieci mesi nella costruzione di nuovi insediamenti. I leader dei coloni hanno attaccato e provocato in vario modo i militari e gli ispettori inviati dal governo israeliano.

Ma anche prima di questa parziale moratoria i coloni hanno sempre tenuto un comportamento aggressivo contro ogni provvedimento governativo ritenuto lesivo nei loro confronti. Ad esempio, la scorsa estate, come risposta alla decisione del governo di smantellare un insediamento illegale, i coloni bloccarono strade, attaccarono palestinesi e profanarono cimiteri.

(Fonte: Maan News)

 

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