La realtà del mercato delle olive di Khan Younis, tra assedio e povertà

Khan Younis-PIC. Al lavoro presso la propria bancarella, circondata da diverse e colorate varietà di olive, Abu Suleiman Kawaree, 70 anni, si interroga sull’attuale situazione di difficoltà in cui versa la popolazione. Continua soprattutto a pensare all’attuale impossibilità di comprare le olive come invece veniva fatto in passato, soprattutto a causa dell’assedio imposto da anni sulla Striscia di Gaza, oltre che per il taglio del 30% dei salari dei dipendenti dell’Autorità Palestinese.

Kawaree è intento a preparare una sigaretta mentre parla con il reporter di PIC, sorseggiando del tè che aveva preparato nel forno a legna accanto a lui.

Seduto in un angolo del suo famoso banco di olive a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, inizia a parlare, mentre termina di confezionare la sua sigaretta: “La stagione va peggiorando di anno in anno a causa della mancanza di liquidità e del conseguente deterioramento della situazione economica della Striscia”.

Al termine della stagione, il mercato delle olive di Khan Younis si riempie di molteplici varietà di olive, mentre i venditori si vedono costretti ad affrontare serie difficoltà dovute alla mancanza di domanda.

Non appena inizia il periodo della raccolta, a ottobre, dozzine di commercianti si riversano al mercato, facendo leva sulla predilezione della gente del posto per la preparazione delle olive sottaceto.

In un altro angolo è seduto Mohammed Abu Jazar, 46 anni, il quale lamenta l’impossibilità della gente di poter comprare i beni di prima necessità. A tal proposito, il suo desiderio è che la riconciliazione possa essere un buon presagio per tutto il popolo palestinese, e in particolare per le classi più povere della Striscia di Gaza.

Abu Mahdi Abdin non è poi così diverso dagli altri venditori. In passato essi tendevano ad acquistare grandi quantità di olive che poi rivendevano al mercato il giorno stesso. Oggi si trovano invece ad affrontare una difficile situazione causata da ingenti perdite finanziarie, dovute al fatto che le quantità di olive acquistate rimangono invendute ed iniziano a marcire.

Abdin sottolinea come la domanda di olive sia praticamente nulla, anche per quelle a buon mercato. A tal proposito, egli esprime il suo più grande desiderio: che la situazione economica possa pian piano migliorare, in modo tale che la gente torni ad acquistare le olive come un tempo e, di conseguenza, che i venditori abbiano la possibilità di offrire una vita migliore ai loro figli.

Nella Striscia di Gaza le principali varietà di olive sono tre: Al-Surri, Al-Shamali e K18. Oltre a queste, ne esistono comunque alcune altre come huhairi, Biz, Italian, Nabali e Tafhatin.

I palestinesi di Gaza preferiscono la varietà Al-Surri, utilizzata prevalentemente per le olive sottaceto e per la spremitura dell’olio. La varietà Al-Shamali è utilizzata prevalentemente per la produzione dell’olio ed è coltivata soprattutto a sud della Striscia di Gaza. Infine la varietà K18 è anch’essa utilizzata prettamente per la spremitura.

Traduzione di Lorenzo D’Orazio