La responsabilità dell’Europa nei confronti di Gaza

14184393_10209294090242859_4319419691726343284_nDi Hossam Shaker. L’idea dell’annegamento di Gaza era il famoso desiderio dell’ex primo ministro israeliano Yitzak Rabin, ma i suoi successori si sono orientati verso un’opzione più facile: Israele ha deciso di soffocare la Striscia con una politica di assedio totale.

Negli ultimi dieci anni, le politiche europee hanno invece ignorato quanto accade. Anche se l’iniziativa del Partenariato Euro-mediterraneo ha ricevuto una montagna di elogi, i leader che si sono scambiati sorrisi e strette di mano non si sono resi conto che proprio sul Mar Mediterraneo esiste una prigione a cielo aperto che si chiama Striscia di Gaza.

I funzionari europei sanno la verità. Alcuni di loro si sono detti persino commossi da quanto hanno visto sul posto durante le loro numerose visite. Tuttavia, non li ha commossi abbastanza da agire concretamente a riguardo. Il risultato oggi è che una nazione è stata fisicamente isolata e tagliata fuori dal mondo e ai suoi cittadini è stato detto che tutte le ammirevoli convenzioni e dichiarazioni internazionali non si applicano a loro.

C’è da dire che questo assedio non sarebbe andato avanti fino allo stadio attuale se l’Europa avesse adottato una politica basata sui suoi obblighi morali. L’Unione Europea ha richiamato i suoi osservatori dal valico di Rafah, contribuendo alla sua chiusura. Inoltre, i partiti europei non sono riusciti a concretizzare le loro continue promesse per la ricostruzione di Gaza. Non è stata fatta alcuna pressione su Israele per porre fine alle sue azioni brutali. Non è stato impedito all’Egitto di imporre delle dure restrizioni che interessano la vita degli abitanti della Striscia, la loro sicurezza e la loro libertà di movimento. Senza alcuna pressione, la richiesta di porre fine al blocco di Gaza resterà fuori dall’agenda internazionale.

Di recente, i ministri degli Esteri dei paesi UE hanno espresso la loro posizione sull’assedio (o “chiusura”, come la chiamano loro) di Gaza e hanno stilato una serie di richieste, tra cui l’apertura dei valichi di frontiera e l’arrivo di aiuti umanitari, specialmente quelli provenienti dall’Europa. Hanno inoltre richiesto che la Striscia di Gaza venga inclusa nel governo di unità nazionale palestinese e che diventi una delle sue priorità. Tuttavia, il discorso dei funzionari europei non sembra essere molto dettagliato sul come verranno riaperti i valichi e chi sono le parti coinvolte. In ultima analisi, queste posizioni sembrano alquanto noncuranti.

Il blocco imposto a due milioni di persone deve essere immediatamente rimosso e in maniera incondizionata, perché la politica dell’assedio e le misure prese in questo contesto sono una punizione collettiva della popolazione e non possono essere accettate o permesse per principio. È inaccettabile che l’Unione Europea continui a mantenere una posizione d’impotenza e che continui a starsene al margine mentre questa politica ingiusta continua a costare la vita di molte persone e a soffocare la popolazione.

Traduzione a cura del GPI

(Nella foto: Palestinesi in attesa al valico egiziano di Rafah)