La ricostruzione di Gaza rallentata da embargo e mancati finanziamenti

12805874_10154783962690760_6423053507407411249_nGaza – PIC. All’avvicinarsi del secondo anniversario della guerra israeliana dell’estate 2014 contro la Striscia di Gaza, i cittadini s’interrogano: “Dov’è finita la ricostruzione di Gaza?”. E’ la stessa domanda posta dall’Ufficio Informazioni del governo nel corso di un seminario svoltosi mercoledì a Gaza.

Ne hanno discusso il sottosegretario del ministero dei Lavori pubblici, Naji Sarhan, il portavoce dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi dell’UNIRWA, Adnan Abou Hasna e l’analista economo Nihat Nashwan.

355893837Sarhan ha sottolineato il ritardo del processo di ricostruzione delle infrastrutture nell’enclave colpito, causato dall’embargo, dal mancato rispetto degli impegni da parte di un determinato numero di finanziatori e dalle modalità di trasporto del cemento dettate dalle restrizioni dell’assedio israeliano.

Il sottosegretario del ministero dei Lavori pubblici ha sottolineato l’entità dei danni a Gaza, rivelando che 11 000 appartamenti sono completamente distrutti, oltre 175 000 parzialmente demoliti e 17 000 abitanti vivono nei camper o sui resti delle loro case o da parenti.

Ha spiegato che occorrono 150 milioni di dollari per finanziare i rifugi temporanei, le indennità di alloggio o i camper, ma sono disponibili solo 60 milioni, sottolineando anche che il programma di risanamento dei danni parziali ha bisogno di un finanziamento di 340 milioni di dollari, ma ne sono stati stanziati solo 156 milioni.

Sarhan ha confermato che è stata avviata la ricostruzione per circa 6 000 abitazioni, ribadendo che 2600 appartamenti sono completati e il resto sono in corso d’opera, sperando che sia terminata nei prossimi due anni la ricostruzione delle case distrutte durante i recenti attacchi. Ciò a  condizione che i finanziatori si impegnino ad erogare i fondi promessi.

Ha anche sottolineato che la Striscia di Gaza necessita di 220 000 tonnellate di cemento per la ricostruzione, 240 000 tonnellate per gli edifici costruiti di recente, ma ha spiegato che nella Striscia di Gaza entrano solo 3000 tonnellate, ripartite tra cittadini, istituzioni internazionali e imprese private.

Traduzione di Giovanna Vallone