La rivolta del villaggio di Kafr Qadoum

Qalqiliya – Pal.info. Gli abitanti del villaggio di Kafr Qaddoum non si stancano di lottare per la propria terra. Da oltre un anno escono ogni settimana per liberare l’accesso chiuso dall’occupazione a favore della colonia sionista di Qadomim.

La popolazione locale si dirige una volta alla settimana verso l’entrata del villaggio per cercare di aprirlo, sfidando le decine di soldati schierati al suo interno e che non esitano a lanciare sui dimostranti gas lacrimogeni e proiettili di metallo rivestiti di gomma.

Punto di non ritorno.

Mourad Ashtouwi, coordinatore delle manifestazioni del villaggio di Kafr Qaddoum, ha dichiarato a Pal.info: “Siamo arrivati a un punto di non ritorno. Nonostante il terrore praticato dall’esercito di occupazione sionista, la gente continua le marce, le proteste fino a che raggiungerà l’obiettivo: l’apertura dell’accesso e la liberazione della strada, eliminando le colonie che si trovano sulla terra di Kafr Qaddoum.

La colonizzazione e l’ingresso del villaggio.

Saqr Abid, presidente del consiglio di Kafr Qaddoum, ha dichiarato che nel 2000 l’occupazione sionista ha emesso un ordine militare di chiusura dell’entrata del paesino su richiesta degli abitanti della colonia sionista di Qadomim.

Tale chiusura ha aggravato la situazione degli abitanti. Ora devono fare 15km in più per raggiungere la strada principale. Perdono tempo e soldi. In precedenza, pagavano tre shekel solamente per andare a Nablus, a 13km. Ora costa 25 shekel, per 28km. Inoltre, ci perdono anche in salute: il lungo percorso, pieno di ostacoli, ha causato la morte di tre abitanti del villaggio.

In aggiunta, decine di agricoltori non possono più raggiungere i loro terreni.

L’inizio della tragedia

Le sofferenze del villaggio di Kafr Qadfoum sono iniziate nel 1967, il giorno in cui l’esercito sionista ha occupato il campo dell’esercito giordano installato sulle terre del villaggio. A poco a poco, le case sono sorte come funghi. Nel 1975, il campo si è trasformato ufficialmente in colonia. Ed essa ha cominciato a inghiottire la terra del villaggio, dai lati sud ed est.

Il presidente del consiglio del villaggio conferma che la colonia ha sottratto 450 ettari di terreno. E non è tutto: altri 1200 ettari sono inaccessibili alla popolazione locale, che può usarli solo in alcune stagioni e in coordinamento con l’esercito.