La Rosa Parks della Palestina: ecco lo spirito umano

Cisgiordania occupata – Palestine Chronicle. Di Tamar Fleishman. Ogni venerdì, la storia si ripete al checkpoint militare di Qalandiya: gli stessi personaggi, le stesse regole, lo stesso scenario, lo stesso dominio spietato e lo stesso gergo orwelliano.

Cambiano solo i piccoli dettagli personali, umani.

Dopo decenni d’occupazione, i palestinesi in fila per attraversare il checkpoint, che separa Ramallah da Gerusalemme Est, sono costretti alla sottomissione, recitando la loro parte tragica per poter entrare nelle loro case, ospedali o scuole. Ma nel secondo venerdì del Ramadan, un’anziana donna palestinese ha sfidato le regole.

Era vestita di bianco e portava uno zaino. Aveva difficoltà a camminare, quindi ha dovuto raggiungere il posto di ispezione israeliano utilizzando una sedia a rotelle fornita dalla Mezzaluna Rossa.

Un gruppo di soldati israeliani armati le si è avvicinato e l’ha respinta con propri corpi. Non avendo la forza per affrontarli, si è seduta, appoggiando la schiena contro un muro.

I soldati israeliani si sono accalcati intorno a lei, dicendole che doveva tornare indietro. L’anziana signora si è rifiutata persino di guardarli. È rimasta semplicemente al suo posto.

Mentre la guardavo, ho pensato all’eroina per i diritti civili dei neri, Rosa Parks, che anch’essa prese una posizione coraggiosa, sfidando un sistema razzista. Erano tempi e luoghi diversi, ma la storia è essenzialmente la stessa.

Anche quando il corpo è vecchio e stanco, lo spirito umano può rimanere forte e, a volte, è impossibile sottometterlo.