PIC. Quando spunta l’alba nella località di Beit Furik, nella zona settentrionale della città di Nablus, l’anziana palestinese Um Ahmed comincia a prepararsi per la raccolta delle olive, prendendo tutti gli strumenti necessari prima di andare con i suoi figli e nipoti verso la loro terra, adiacente alla Valle del Giordano, per cominciare il raccolto.
Um Ahmed sorride sempre mentre raccoglie le olive, esprimendo la sua felicità nel vedere i suoi nipoti che partecipano nella raccolta, mentre lei li guida a trattare delicatamente l’olivo così come una madre si comporta con i propri figli.
Stagione felice.
“La stagione delle olive è un momento di gioia per chiunque contribuisca alla raccolta e l’olivo è una benedizione”, dice Um Ahmed, che sottolinea che gli ulivi sono una benedizione sotto molti punti di vista, soprattutto durante la raccolta, affermando, inoltre, che molti dei suoi nipoti e figli possono riunirsi solo durante la stagione delle olive. Per loro, è un momento familiare di gioia e benevolenza.
Questo è anche il caso di molte famiglie palestinesi che stanno raccogliendo in questo periodo le olive. La gioia percepita nei visi di adulti e ragazzi può essere vista ovunque e l’impatto positivo della raccolta delle olive ha raggiunto ogni casa.
Um Ahmed crede che la stagione delle olive non passi inosservata. Questo periodo rievoca in lei ricordi di una bellissima infanzia che sta tentando di recuperare attraverso i suoi nipoti, incitandoli a condividere la stagione con gli anziani.
Secondo gli studiosi della città, i riti della raccolta delle olive non sono cambiati nel corso degli anni, dato che si basano principalmente sul lavoro manuale, a differenza della mietitura, i cui metodi si sono sviluppati.
Tutti i membri della famiglia partecipano solitamente nella raccolta come segno di solidarietà.
Stile e bellezza.
Nonostante la situazione sia cambiata durante il corso dei decenni, la stagione delle olive mantiene la sua eleganza e bellezza, in termini dei tradizionali riti relazionati con la raccolta.
Le tradizioni e le usanze di Um Ahmed non differiscono da quelle delle altre donne del villaggio, eccetto che nell’uso degli stessi strumenti nella raccolta, conservazione e pulitura, che passano da una generazione all’altra.
Abdullah Hanani, il figlio maggiore di Um Ahmed, dice che partecipa nella raccolta delle olive da quando aveva sette anni e che ha imparato dai suoi genitori e nonni tutte le usanze del raccolto. Si ricorda di quando la sua famiglia aspettava in fila il suo turno per spremere le olive presso il torchio.
Osserva che la presenza degli anziani non è voluta per stancarli, ma piuttosto per consultarli in qualsiasi cosa relativa alla raccolta e al programma di lavoro.
Traduzione di Antonina Borrello