La storia della famiglia Ghanam, uccisa da un’esplosione letale

The Palestine Telegraph. Cinque civili sono rimasti uccisi e dieci sono stati feriti nelle prime ore dell’11 luglio 2014, in seguito al bombardamento israeliano su Abed al-Raziq che ha colpito l’abitazione della famiglia Ghanam.

È solo l’ultimo atto della strategia adottata da Israele nel corso di questo attacco contro Gaza, che mira a bombardare siti abitati senza alcun preavviso.

Ahmad al-Kurd, testimone oculare, ha riferito quanto ha visto a Donia al-Watan: “Ero a 50 metri da casa mia, quando ho visto tre missili che colpivano l’abitazione dei Ghanam. È stata ridotta a un cumulo di macerie. L’attacco, sferrato con un F16, non è stato annunciato: tutti coloro che si trovavano in casa sono morti, i loro corpi smembrati.

“Subito dopo l’attacco, i vicini si sono precipitati nella speranza di trovare dei sopravvissuti. Ma erano tutti morti. La casa era completamente distrutta, i membri della famiglia carbonizzati e i loro corpi irriconoscibili, abbiamo solo potuto ricomporre i resti”.

Ahmad ha descritto i momenti della disperata ricerca di qualche sopravvissuto in casa dei Ghanam: “Avevo i polmoni pieni di fumo, non riuscivo a guardare quei corpi inermi senza svenire. Erano smembrati e io ho dovuto prenderli”. Il ministro della Salute di Gaza ha calcolato che nel terzo giorno dell’attacco israeliano, ci sono stati già oltre 105 morti, in massima parte civili, donne e bambini. Nel frattempo, il numero dei feriti ha raggiunto la soglia dei 750.

Traduzione di Romana Rubeo