La Striscia di Gaza costretta a riscaldarsi con le stufe a legna a causa della mancanza di elettricità

Khan Younes – PIC. Nelle gelide sere invernali, a Gaza, gli abitanti più poveri sono costretti a riunirsi intorno alla stufa. A causa del taglio dell’elettricità per più di 16 ore al giorno. Essi possono riscaldarsi soltanto facendo del fuoco con il legname.

Attorno alla stufa, i Gazawi parlano della loro giornata, del loro passato, delle loro vite, dell’occupazione israeliana presente da più di 60 anni. Si consolano con il calore del fuoco che li avvicina.

La sessione della sera.

Non appena gli abitanti della Striscia di Gaza percepiscono l’arrivo del freddo, cominciano a riunire il necessario, soprattutto la stufa e il fuoco.

La stufa di Gaza è ormai un rifugio per molti, come i tanti disoccupati ai quali permette di alleviare le sofferenze, di incontrarsi e passare il tempo.

Nella zona di Ma’an, a est del dipartimento di Khan Younes, nel sud della Striscia di Gaza, un Palestinese prepara il suo riscaldamento per ricevere i suoi amici e i suoi genitori, dopo la preghiera della sera. Vengono a cercare il calore del fuoco, insieme al calore umano.

Abu Yasser pensa che un incontro non sarebbe al completo senza fuoco, té e storie divertenti.

Prima che la stagione fredda arrivi, Abu Yasser prepara la legna. Secca la legna che rimane della stagione della raccolta delle olive e la conserva in un luogo secco.

La “stufa di famiglia”, con le sue quattro gambe, gode di una grande reputazione di questi tempi in cui l’elettricità diventa una derrata rara.

Molti fanno il fuoco con il resto degli ulivi, dopo averli seccati e tagliati in piccoli pezzi.

L’amico di tutti.

Il cinquantenne Mahmoud an-Najar nota che nella Striscia di Gaza, accerchiata dagli Israeliani, la stufa è diventata “l’amica dei poveri e dei ricchi”. L’elettricità, in effetti, manca per tutti.

La stufa serve non solo per riscaldarsi, ma anche per cucinare, soprattutto alcuni piatti a base di melanzane, pomodoro e uova.

Storicamente, il fuoco è il modo più antico per riscaldarsi, cucinare, proteggersi dagli animali selvaggi e anche comunicare.

Tutti sanno che più di due milioni di persone sopravvivono nella Striscia di Gaza e soffrono di una grave crisi di elettricità, soprattutto dopo il bombardamento israeliano dell’unica centrale nel 2006.

A seguito di ciò, la distribuzione della corrente è stata riprogrammata. Attualmente, il taglio può durare anche più di sedici ore.

Traduzione di Chiara Parisi