La testimonianza della cooperante italiana rimasta bloccata a Gaza.

Riceviamo e pubblichiamo.

A seguire gli ultimi aggiornamenti da Gaza, scritti dall’unica cooperante italiana ancora bloccata lì

Associazione per la Pace
Coordinamento presenze civili di pace in Palestina e Israele
  
Gaza, 14 giugno 2007

Scende il buio pesto su questa giornata di sangue nella striscia di Gaza.
Per tutto il giorno anche oggi gli scontri sono stati fortissimi e violenti.
Se inizialmente erano alcuni gruppi che si scontravano, man mano che la "conquista" ha realizzato il bottino, le file si sono allargate e hanno avanzato nella presa degli obbiettivi.
Hamas gia dal giorno prima era riuscito a prendere alcune delle piu’ importanti postazioni militari e della sicurezza, che ancora erano sotto il controllo di Fatah.

La battaglia piu’ grossa quindi si e’ consumata a Gaza City, dove dopo ore e ore di fortissimi scontri, Hamas ha conquistato il piu’ grande e principale centro della sicurezza palestinese "Ukai", roccaforte di fatah, obbiettivo principale e motivo sin dall’inizio degli scontri tra queste due fazioni.

Le prime testimonianze su cio’ che e’ accaduto dentro sono di esecuzioni sommarie su quelli rimasti.
Molti uomini sono stati portati via sotto gli spari, nudi come per oltraggio e punizione; distrutti e saccheggiati gli uffici. Le TV arabe mostrano mascherati che entrano e che prendono tutto cio’ che di valore si trovava all’interno compresi fucili e munizioni.

Anche qui e’ quindi stata issata in alto, la bandiera verde di hamas.

Altri episodi durante questa presa di gaza City, hanno contraddistinto e sottolineato la durezza e lo sconvolgimento di queste giornate.
La distruzione e la chiusura di tutte le radio, di fatah, ma non solo. Rimane praticamente solo radio Al Aqsa unica radio di hamas.
Mentre diversi grossi dirigenti di Fatah, prendevano il largo con le barche giovani facenti parte della sicurezza, abbandonavano le postazioni; in lacrime hanno lasciato i posti ma sono stati costretti a fuggire perche’ non sapevano piu’ che cosa fare.

Da dentro la casa dove sono posso vedere il Muntada, il palazzo del presidente, che rimane ancora l’ultimo obiettivo; pare deserto, il palazzo degli spettri.
Un ultimatum diceva che Venerdi avrebbero pregato li dentro e cacciando gli infedeli, fatto diventare il palazzo una grossa moschea.

Gaza, 15 giugno 2007

Questa mattina, dopo una nottata di silenzio e buio totale, per la mancanza di elettricità, che è durata tutta la giornata di ieri, la situazione al risveglio dalla grande battaglia, mi da una strana sensazione.

Come se niente fosse successo, si ricominciano a sentire i rumori dei claxon, le urla dei bambini.

Levati alcuni blocchi, che fermavano la circolazione, ricominciano a passare le macchine; quelle che prima usava la ANP, le macchine della sicurezza, adesso con la bandierina verde, sfrecciano in nome di Allah.

Radio Shabab che la mattina usavo ascoltare, con le dolci note di Fayruz, è sparita. I redattori mi hanno raccontato l’assalto e la distruzione.

Gli spari continuano, almeno in questa zona, nei pressi del Palazzo del Presidente. Non si capisce contro chi e che cosa, considerando che la fazione opposta non è più in battaglia. E’ prevista per oggi la preghiera, dentro questo palazzo.

Ancora non posso uscire, tanti cecchini continuano a sparare. Veramente mi è difficile anche affacciarmi malla finestra. Ora sicuramente la situazione si farà pesante. Cecchini che potrebbero decidere di colpire ancora senza senso, caos assoluto almeno per il momento.

M.

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