La testimonianza di un medico

Un medico italiano in Giordania scrive:

Ho visto centinaia di cadaveri di soggetti deceduti per morte causata da armi da fuoco lunghe e corte, servite da munizione intera e spezzata (pallini da caccia; pallettoni), ho avuto cadaveri la cui morte fu causata da ordigni esplodenti auto costruiti con grave perdita di tessuti e escare ampie, ho visto depezzamenti da investimento ferroviario, ho studiato lesioni mortali da corpi contundenti, da punta e taglio, da taglio, da folgorazione…

Ho esaminato cadaveri freschi e esumati anche dopo più anni dalla morte del soggetto. Ho studiato cadaveri tenuti in ambienti secchi e ventilati o in ambiente umido o acquoso… Ho visto casi di omicidio da armi da fuoco con successivo abbruciamento del cadavere, ho visto omicidi per asfissia meccanica da “incaprettamento” senz’altra lesione presente; ho visto casi di morte per incidente del traffico, ho visto lesioni da ustioni avvenute sul vivente e sul cadavere…

Ma mai ho visto lesioni mortali del tipo presentato nelle foto che ormai ci perseguitano per il fetore che specialmente emanano gli aggressori.

In queste e altre foto del Kosovo o Metohija (nome tradizionale serbo per la parte occidentale della provincia), dell’Irak, dell’Afghanistan o di Gaza, si notano nella gran parte dei casi lesioni localizzate alla parte inferiore del corpo, e, quando sono coinvolti i distretti sommitali la posizione del corpo fa pensare ad un pre mortale accoccolamento del deceduto come in atteggiamento di difesa!

Le lesioni fotografiche depongono per gravi danni cadaverici da addebitare a vulnus da scoppio, lesioni come se parti dei cadaveri fossero stati “lessi”, a ustioni con necrosi ed escare dure, nerastre, che interessano a tutto spessore i piani cutanei, muscolari, ma anche il tessuto osseo. Pensate anche che la “posizione da pugilatore” visibile in qualche cadavere indica che il soggetto è deceduto per l’azione del fuoco (arso vivo). 

Ma c’è di più, mi parrebbe, in certi casi, che i corpi dei deceduti sono come “esplosi dall’interno verso l’esterno”, come per un’energia anomala, improvvisa. Energia che si “accende dentro il corpo e che fa evaporare istantaneamente l’acqua interna alle cellule (L.I.C e L.E.C.), mentre il vestiario è intatto. Sembra anche di poter ravvedere radiodermiti… 

Mi fermo qui, la discussione diventa troppo impegnativa per una semplice lettera di accompagnamento a immagini. In ogni modo, per concludere, ritengo che possa essere sostenuto l’uso d’agenti incendiari (phosphorici?), ma anche radianti capaci di molti GB di potenza. Radiazioni come emanate da potenti laser o taser in grado di esplodere energie ad alta frequenza a grande distanza.

Ovviamente questa è solo una lettera, e la diagnosi, in ogni caso, non si svolge attraverso fotografie.

 

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